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Visco: "Torna interesse su Italia"

25 marzo 2014 | 18.25
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Visco:

Roma, 25 mar. - (Adnkronos/Ign) - "I rischi sono ancora presenti, le tensioni sono pronte a riaccendersi", per questo le riforme strutturali sono "un passaggio essenziale per il rilancio del Paese". Lo ha detto il governatore di Bankitalia Ignazio Visco a Pavia nella sua lectio magistralis all'Almo collegio Borromeo. "Gli interventi da attuare sono stati da tempo individuati. Il processo di coordinamento europeo potrebbe contribuire a definirne meglio i dettagli, ma la responsabilità ultima delle riforme resta nazionale", aggiunge il numero uno di Via Nazionale.

"Per accompagnare gli sforzi di riforma dei singoli paesi, all'impegno della politica monetaria nel suo ambito di competenza deve corrispondere quello degli altri attori istituzionali", osserva il Governatore, ricordando che "il dibattito sulla ''capacità fiscale'' dell'area avviato dal Rapporto del Presidente del Consiglio Europeo e dal Piano della Commissione si è bruscamente interrotto dopo che la Commissione ha presentato le sue proposte per il coordinamento delle ''grandi riforme'' e per il sostegno finanziario alle riforme strutturali nel marzo dello scorso anno".

"In un contesto ancora carico di tensioni, basta poco a incrinare la fiducia degli investitori", aggiunge Visco. "È successo tra l'estate del 2011 e la primavera del 2012, quando la quota di titoli pubblici italiani in mani estere scese drasticamente", ha proseguito, ricordando inoltre che "il ricorso annuo del Tesoro ai mercati sia dell'ordine di 400 miliardi". Quanto agli strumenti per la stabilità, il governatore di Bankitalia ha sottolineato che "la politica monetaria unica è in grado di garantire la stabilità solo se i fondamentali economici e l'architettura istituzionale dell'area sono con essa coerenti.

VISCO: "NO A MAXI-MANOVRE, BASTA LA CRESCITA" - Il Governatore della Banca d'Italia dice no a maxi-manovre o a politiche restrittive per tagliare l'alto debito. Bisogna puntare su crescita e investimenti. Per ridurre l'alto debito pubblico dell'Italia "a differenza di quanto sostenuto da alcuni commentatori, non sarebbero necessarie manovre correttive da 40-50 miliardi all'anno, non sarebbe richiesto mantenere un orientamento permanentemente restrittivo alla politica di bilancio" sottolinea Visco. "Anche se la regola sul debito prevede alcuni margini di flessibilità - aggiunge il banchiere centrale - è comunque sulla crescita reale dell'economia, quindi sulla ripresa degli investimenti, al tempo stesso fattore di offerta e componente fondamentale della domanda, che bisogna puntare".

Nel sottolineare che "gli accordi raggiunti nel corso dell'ultimo biennio hanno reso operativi gli impegni di bilancio presi in passato", Visco ha spiegato che "la regola sul debito pubblico, che sarà applicata all'Italia per la prima volta nel 2016, richiede una riduzione media annua del suo rapporto rispetto al Pil pari a circa un ventesimo della parte che eccede il limite del 60 per cento". Per rispettarla, ha proseguito, "non è necessario ridurre il valore nominale del debito. In condizioni di crescita 'normale', vicina al 3 per cento nominale, sarebbe infatti sufficiente mantenere il pareggio strutturale del bilancio".

"TORNA L'INTERESSE DEI MERCATI SULL'ITALIA" - I segnali positivi non mancano, sottolinea Visco. "Emergono rinnovati segnali di interesse per i mercati italiani, incluso quello dei titoli di Stato". Tali segnali "si riflettono in un calo della posizione debitoria della Banca d'Italia nel sistema Target2: alla fine di febbraio questa era scesa a 190 miliardi di euro, quasi 100 in meno rispetto al picco raggiunto nell'agosto del 2012" rileva il numero Uno di via Nazionale.

"NON C'E' DEFLAZIONE" - Visco lancia poi un monito. L'Italia non è in una situazione di deflazione ma occorre mantenere alta la guardia sulla stabilità dei prezzi, sottolinea ricordando come ''l'inflazione continui a situarsi al di sotto del livello compatibile con la definizione di stabilità dei prezzi adottata dalla Bce''. Il rischio però "che le aspettative di inflazione a lungo termine perdano il riferimento alla stabilità dei prezzi va contrastato con determinazione. È un rischio per ora contenuto, ma vi sono segnali che non vanno sottovalutati'', afferma ancora il Governatore.

''La tendenza alla diminuzione delle aspettative di inflazione si è rafforzata nei mesi recenti, estendendosi anche a orizzonti meno vicini: i rendimenti sui contratti swap sul tasso d'inflazione segnalano che l'attesa sull'inflazione a un anno tra tre anni è pari all'1,2 per cento; all'1,6 tra cinque anni'', segnala ancora Visco, che ricorda come nell'indagine condotta dalla Bce i previsori professionali valutano in quasi il 20 per cento la probabilità che tra due anni l'inflazione si collochi su un livello pari o inferiore allo 0,9 per cento.

''La formazione delle aspettative segue processi non lineari; cambiamenti rilevanti possono materializzarsi rapidamente, senza quasi preavviso, rendendo a quel punto più difficile riacquistarne il controllo'', afferma il Governatore.

''In questo contesto, il Consiglio direttivo della Bce ha riaffermato l'intenzione di mantenere condizioni monetarie accomodanti per tutto il tempo necessario e ha ribadito con fermezza che i tassi ufficiali rimarranno su livelli pari o inferiori a quelli attuali per un periodo prolungato. In linea con il proprio mandato, il Consiglio utilizzerà tutti gli strumenti necessari per mantenere la stabilità dei prezzi'', conclude.

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