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Vitalizi, si riapre la battaglia in Senato

07 luglio 2021 | 21.25
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Su rinvio Contenziosa pesa no intesa Fi-Lega, possibile ritorno in ufficio presidenza

(Fotogramma)
(Fotogramma)

Si riapre la battaglia in Senato sui vitalizi. E alla fine il dossier rischia di tornare all'ufficio di presidenza, per provare in quella sede a trovare la via per sciogliere il rebus - tra carte bollate e scontro politico - del ricorso di oltre 700 ex senatori. I vecchi onorevoli chiedono di dar corso a quanto deciso dalla Commissione Contenziosa, che ha di fatto detto sì al ripristino del vitalizio, dopo il caso Formigoni, dello scorso aprile, che ha aperto la strada alla restituzione dell'assegno agli ex senatori. Nel mezzo il muro alzato dal movimento Cinque Stelle che sul tema non intende fare dietrofront: i vitalizi non devono tornare, dicono Paola Taverna e gli altri pentastellati di Palazzo Madama, ricordando come ogni anno le casse del Senato stanno risparmiando oltre 22 milioni di euro, grazie alla delibera del 2018 di taglio dell'assegno agli ex senatori.

La soluzione pare lontana e la vicenda dei vitalizi, dopo lo scontro sul ddl Zan, infiamma, se possibile, ancor di più il clima, proprio a ridosso della pausa estiva. Martedì sera, all'ultimo momento, il Consiglio di Garanzia del Senato, chiamato a decidere alle 19 sul tema, dopo il ricorso dell'amministrazione dello Stato, ha detto che non si sarebbe più riunito, rimandando al 13 luglio. Uno slittamento, che fonti parlamentari, leggono come un ulteriore tentativo di prendere tempo, e che in realtà potrebbe portare a cambiare, nuovamente, lo scenario.

Il Consiglio infatti, avrebbe preso atto, secondo quanto risulta all'AdnKronos, che tra le forze rappresentate a Sant'Ivo, sede dell'organismo presieduto dal senatore azzurro Luigi Vitali, non c'è accordo. Se restano contrari al ripristino Valeria Valente del Pd e Alberto Balboni di Fdi, ora anche i due leghisti al tavolo, Pasquale Pepe e l'ex M5S, Ugo Grassi, sono in difficoltà. Sulla loro posizione pesa l'imbarazzo di Matteo Salvini, dopo il clamore del caso Formigoni. Un nodo tra alleati di centrodestra, che non sembra avere soluzione in quella sede. "Altro che il 13, la riunione chissà quando e dove si farà", dice una fonte parlamentare vicina al dossier.

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