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Vittima di bullismo, Dolly si toglie la vita

11 gennaio 2018 | 16.13
LETTURA: 3 minuti

(da Instagram, AkubraOfficial)
(da Instagram, AkubraOfficial)

Aveva solo 14 anni, era nel pieno dell'adolescenza e all'inizio di una vita in cui aveva sperimentato già tante emozioni. Una di queste: essere diventata a 8 anni il volto della campagna di una nota casa australiana che produce cappelli. Ma, 7 anni dopo, non ce l'ha più fatta a sostenere il peso degli attacchi di bullismo on line e ha deciso di togliersi la vita. Un disperato gesto che Amy 'Dolly' Everett ha compiuto lo scorso 3 gennaio. A maggio avrebbe compiuto 15 anni.

"Siamo sotto choc e angosciati per la notizia della scomparsa di Dolly" scrive in un commosso post su Instagram la 'Akubra'. "Pensare che qualcuno possa sentirsi sopraffatto al punto da pensare che il suicidio sia l'unica opzione è qualcosa di indecifrabile".

INACCETTABILE - "Il bullismo di ogni tipo è inaccettabile: è un abuso ed è tempo di alzarci in piedi e reagire quando lo riconosciamo". Perché quello che è accaduto a Dolly, prosegue il post, potrebbe accadere a una figlia, a una sorella, a un'amica. "Dobbiamo assicurarci che chiunque sia in crisi sappia che c'è sempre qualcuno con cui parlare" conclude il post, dedicando un pensiero alla famiglia e agli amici della ragazza.

IL PAPA' - Anche il padre di Dolly ha scritto un messaggio via Facebook, sottolineando come l'ultima settimana sia stata "un esempio di come i social media dovrebbero essere utilizzati; oltre che come esempio di come non dovrebbero esserlo. Se possiamo aiutare altre vite e proteggerle dallo smarrimento e dalla sofferenza, la vita di Doll non sarà sprecata".

L'APPELLO - Dopo aver ringraziato tutti quello che hanno avuto parole gentili e di supporto, Tick Everett si è rivolto "a tutte le persone che hanno pensato che fosse uno scherzo e si sono sentite superiori ai costanti attacchi di bullismo e alle molestie" per dire loro di rendersi conto della "completa devastazione che avete creato". Infine, l'appello a combattere il fenomeno: "Fermate i bulli, non importa dove. Soprattutto, nei nostri figli".

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