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Pedofilia

Vittime pedofilia alla Cei prima del summit in Vaticano

16 gennaio 2019 | 14.49
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(Fotogramma /Ipa)
(Fotogramma /Ipa)

La presidenza della Cei incontrerà alcune vittime di abusi da parte dei preti prima del summit voluto dal Papa in Vaticano e che vedrà riuniti i capi delle Chiese per arginare la piaga della pedofilia. Lo ha spiegato il segretario generale della Cei, mons. Stefano Russo, nel corso di una conferenza stampa per fare il punto sulla tre giorni del Consiglio permanente dei Vescovi. Russo ha spiegato anche che il neonato servizio anti abusi aiuterà la Cei a conoscere il numero di quanti sono i preti in Italia che si sono macchiati di abusi.

"Ancora non siamo in grado di riferire dei dati perché le denunce in sede canonica sono fatte alla Congregazione per la Dottrina della Fede - ha detto Russo - ma il Servizio che stiamo mettendo in piedi chiarirà anche la portata. La Santa Sede per febbraio ci ha poi sottoposto un questionario" in vista del summit anti abusi voluto dal Papa.

Intanto ha preso corpo il Servizio nazionale anti abusi voluto dalla Cei. E' stato nominato il presidente, mons. Lorenzo Ghizzoni, già referente Cei della Pontificia Commissione per la tutela dei minori e, nell'Assemblea di maggio, verranno approvate le linee guida. "Incontrare le vittime è fondamentale ma si è preferito prima dare le gambe alla struttura anti abusi in modo da agire in maniera concreta sapendo cosa fare concretamente", ha spiegato il portavoce della Cei don Ivan Maffeis.

"Il Consiglio permanente - ha spiegato Russo - ha approvato il regolamento del Servizio nazionale per la tutela dei minori. La sua finalità è l’offerta di un supporto in questo ambito alla Conferenza Episcopale Italiana, alle Chiese particolari, agli Istituti di vita consacrata e Società di vita apostolica, alle associazioni e alle aggregazioni ecclesiali. Tra i suoi compiti, il consiglio e il supporto alla Cei, ai Vescovi e ai Superiori Maggiori; la promozione e l’accompagnamento delle attività dei Servizi regionali e inter-diocesani; lo studio e la proposta di contenuti informativi e formativi, oltre che di strumenti operativi per consolidare nelle comunità ecclesiali una cultura della tutela dei minori, per rafforzare la sicurezza dei luoghi ecclesiali frequentati dai minori, per formare tutti gli operatori pastorali e prevenire ogni forma di abuso".

La struttura del Servizio oltre al presidente avrà un coordinatore; un Consiglio di Presidenza; una Consulta nazionale e opererà in collegamento con gli altri Uffici e servizi della Segreteria Generale e in collaborazione con la Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori. "In Commissione - ha spiegato ancora mons. Russo - ci saranno persone competenti che hanno alle spalle un background di tutto rispetto per meglio svolgere il servizio di prevenzione".

IL SUMMIT - Il summit voluto dal Papa a febbraio in Vaticano con i capi delle Chiese per arginare la piaga della pedofilia "non sarà un convegno di studi" ma servirà a dare "risposte globali" al dramma mondiale degli abusi da parte dei preti. E' il pensiero del Papa riassunto dal portavoce vaticano 'ad interim' Alessandro Gisotti.

"L’incontro di febbraio sulla protezione dei minori ha uno scopo concreto: il fine è che tutti i vescovi abbiano assolutamente chiaro che cosa bisogna fare per prevenire e combattere il dramma mondiale degli abusi sui minori. Papa Francesco sa che un problema globale si può affrontare solo con una risposta globale. E vuole che l’incontro sia una riunione di Pastori, non un convegno di studi. Un incontro di preghiera e discernimento, catechetico e operativo", ha spiegato Gisotti facendo sapere che Bergoglio, che ha "assicurato la sua presenza per l'intera durata del meeting", ha affidato all'ex portavoce vaticano padre Federico Lombardi la moderazione delle sessioni plenarie degli incontri di febbraio.

"Per il Santo Padre, - ha aggiunto Gisotti - è fondamentale che tornando nei loro Paesi, nelle loro diocesi, i vescovi venuti a Roma siano consapevoli delle regole da applicare e compiano così i passi necessari per prevenire gli abusi, per tutelare le vittime, e per far sì che nessun caso venga coperto o insabbiato. Rispetto alle grandi aspettative che si sono create intorno all’incontro è bene sottolineare che la Chiesa non è al punto di partenza nella lotta agli abusi. L’incontro è la tappa di un cammino doloroso, ma senza battute d’arresto, che la Chiesa sta percorrendo con decisione da oltre quindici anni".

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