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Vodafone accende il 5G

05 giugno 2019 | 12.10
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Via in cinque città: Milano, Torino, Bologna, Roma e Napoli

(AFP)
(AFP)

(di Vittoria Vimercati) - Insieme a Corea del Sud, Regno Unito, Usa e Svizzera, l'Italia è tra i primi cinque Paesi al mondo ad avere pronta una rete 5G a tutti gli effetti. Vodafone l'ha accesa da oggi, per tutti, privati e imprese, in cinque città: Milano - con 28 Comuni della città metropolitana - Roma, Torino, Bologna e Napoli. L'annuncio è stato fatto dall'amministratore delegato di Vodafone Italia, Aldo Bisio, proprio dal capoluogo lombardo, città da cui è partita la sperimentazione.

"Da oggi - ha detto - è finita la fase sperimentale ed è iniziata la fase commerciale: chiunque può usufruire della nostra rete 5G, ovviamente con i dispositivi adeguati", cellulari che il gruppo delle tlc ha già messo sul mercato. Gli smartphone 5G che si potranno acquistare a partire dai prossimi giorni sono uno XiaoMi, un Lg e un Samsung Galaxy. Ed entro luglio, Vodafone offrirà il roaming 5G in quattro Paesi: Germania, Spagna, Gran Bretagna e Italia.

Il prossimo obiettivo è altrettanto ambizioso: il gruppo intende estendere la copertura 5G alle maggiori cento città italiane entro il 2021. "Da qui a fine anno - ha spiegato Bisio - aumenteremo le coperture all’interno delle cinque città, mentre le prossime 40-45 le accenderemo nel 2020. Per quanto riguarda penetrazione e target clienti, "questo dipende moltissimo dalla curva discendente dei prezzi dei telefoni. Se seguisse la curva 4G, che è stata molto veloce, allora potremmo avere presto livelli di penetrazione del 5G importanti". E ha ricordato quanto accaduto in passato: "In tre anni e mezzo abbiamo portato circa l'85% dei nostri clienti in 4G e prevediamo che accada lo stesso con il 5G". Tra 2016 e 2017, circa un milione di clienti al mese passarono al 4G dal 3G.

La prima rete 5G real time, con una latenza al di sotto dei 10 millisecondi fino a 1-2 millisecondi e la possibilità di connettere per singola cella fino a 1 milione di oggetti per chilometro quadrato, favorirà anche il tessuto economico del Paese. "Le imprese potranno ridisegnare la filiera e guadagnare visibilità e ci aspettiamo una crescita esponenziale dei nostri servizi con un profondo impatto sociale ed economico". A onor del vero, il 5G è ormai una necessità dal momento che "il traffico di dati nelle nostre filiere continua a crescere in modo esponenziale". Tra 2018 e 2019 è cresciuto del 70%, e nei prossimi tre anni crescerà tre volte tanto, prevede la società. Per gestire questa mole di traffico, "lo spettro del 4G non era più sufficiente".

Gli effetti del 5G saranno pervasivi su tutto il tessuto sociale del Paese. E gli esempi sono innumerevoli: un cliente Vodafone di Milano con il 5G potrà ad esempio scaricare una intera stagione di una serie tv in due minuti passeggiando per Piazza Duomo, oppure un’azienda agroalimentare bolognese potrà digitalizzare la propria catena produttiva e di montaggio. Un tifoso di Napoli potrà condividere un video in altissima risoluzione anche in un luogo molto affollato come lo Stadio San Paolo o piazza del Plebiscito. A Roma una turista potrà usare il 5G per applicazioni di Realtà Aumentata e Virtuale in streaming durante una visita al Colosseo oppure a Torino un gamer potrà giocare in cloud streaming seduto in un bar di Piazza Castello.

La rete viaggerà sulle frequenze 3.700 megahertz, tra quelle bandite dal Mise l'anno scorso: complessivamente, Vodafone aveva investito 2,4 miliardi per il 5G in Italia e 90 milioni per la sperimentazione del 5G a Milano. Sul caso Huawei, tra i protagonisti della guerra commerciale tra Usa e Stati Uniti, la policy di Vodafone non cambia: "Stiamo partendo con i nostri due fornitori, che sono Nokia e Huawei. Non c’è in questo momento alcuna previsione di rallentamento. Noi metteremo in pausa Huawei sulla rete core ma siamo molto sereni sull’accesso radio, le singole antenne, che ha un rischio gestibile e molto frazionato".

Bisio ha fiducia che prima dell'estate sia raggiunto anche l'accordo vincolante con Tim sul business delle torri, sempre in ottica 5G. L'ipotesi è quella di coinvolgere Inwit e avviare una possibile aggregazione in una sola entità delle rispettive torri di trasmissione in Italia.

Le torri, ha detto Bisio, "godono di ottima salute e la negoziazione con Tim continua, i due team lavorano molto bene, andiamo avanti a marce forzate. Prima dell’estate prevedevamo di raggiungere un accordo ‘binding’ (vincolante, ndr) con Tim, siamo al passo con questo target e io penso di poter andare in vacanza con l’accordo firmato".

Più cauto l'approccio sulla rete unica allo studio tra Tim e Open Fiber. "Vedo diverse ipotesi sul tavolo, noi siamo sempre e comunque per la concorrenza. Se dovessero esserci delle ipotesi di rete unica che vanno verso una sottrazione di concorrenza nel mercato, chi lo ha fatto dovrebbero assumersene la responsabilità davanti al Paese". Ad ogni modo, "noi siamo per un’operazione del genere ma in modo che la rete sia ‘terza’ rispetto ai contendenti e che la sua terzietà sia garantita e assicurata anche nei meccanismi di governance".

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