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Voucher, ecco chi li usa: tra i primi 200 ci sono 7 comuni

25 febbraio 2017 | 10.42
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(Fotogramma)
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Sette Comuni tra i primi duecento utilizzatori di voucher. È quanto risulta dai dati forniti dall'Inps alla Cgil e rielaborati dalla Funzione Pubblica per accendere un faro sulle Pa che nel corso del 2016 hanno utilizzato questo strumento per remunerare prestazioni di 'lavoro accessorio'.

Nell'ordine, rileva la Fp Cgil, i comuni interessati, presenti nell'elenco dei primi duecento utilizzatori di voucher, sono: Benevento (201 prestatori con voucher per una spesa complessiva di 721.510 euro nel 2016), Padova (135 prestatori per 361.330 euro), Vallo della Lucania (401 prestatori per 334.400 euro nel 2016), Vasto (73 prestatori per 266.740 euro), Ancona (89 prestatori per 261.350 euro), Trecase (93 prestatori per 246.140 euro), Boscoreale (86 prestatori per 226.680 euro).

La Funzione Pubblica Cgil sottolinea, inoltre, che dai dati ricevuti dall'Inps emerge la presenza di "molti altri Comuni che ovviamente utilizzano i voucher ma solo guardando ai primi 200 utilizzatori in totale e solo per queste 7 amministrazioni i prestatori di lavoro accessorio sono stati 1.078 per una spesa complessiva di 2.418.150 euro nel 2016 per attività che hanno causali ricorrenti, quali manifestazioni sportive fieristiche ed eventi culturali o lavori di giardinaggio, pulizia e manutenzione dell'ente, mentre alcune risultano non classificate".

Nella lista dei primi 200 figurano inoltre anche altre strutture della Pa, dei servizi sociali e assistenziali a dimostrazione del fatto che, osserva la segretaria generale della Fp Cgil, Serena Sorrentino, “il blocco delle assunzioni ha spostato al di fuori del rapporto di lavoro pubblico fette di lavoro che tra appalti, esternalizzazioni e precariato hanno tolto opportunità di impiego stabile a tanti e prodotto diseconomie, il cui prezzo lo hanno pagato i lavoratori e i cittadini”.

Secondo Sorrentino, inoltre, “c'è una grande sperequazione tra le qualifiche per le quali i Comuni hanno fatto ricorso ai voucher che dimostra quanto rinnovare il contratto e aggiornare i profili professionali sia una necessità ma soprattutto quanto sia improcrastinabile lo sblocco delle assunzioni”.

Il nuovo Testo Unico, aggiunge, "deve dare risposte ad entrambi i temi: stop alla precarietà e nuove politiche di reclutamento; ma il governo deve dare risposte ai lavoratori pubblici anche sul fronte del rinnovo dei contratti, garantendo le risorse per assunzioni e incrementi delle retribuzioni".

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