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Wojtyla, Rutelli: "Impossibile dimenticarlo"

17 maggio 2020 | 17.24
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L'ex sindaco di Roma su Facebook: "Sono orgoglioso, tanto più a distanza di 20 anni, della riuscita della nostra parte civile per quel Giubileo" del millennio

(Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)

"Sono cento anni dalla nascita di Karol Wojtyla, ed è impossibile dimenticarlo. Per i credenti: San Giovanni Paolo ha segnato un tornante universale, dalla vecchia Curia alle strade del mondo. Per gli amanti della libertà: quell'uomo si è battuto con coraggio contro il nazismo, e contro le dittature sovietiche. Per l'Italia, e per Roma: quando venne in visita - primo Papa nella Storia a parlare davanti al laico Campidoglio - invitato dal Sindaco, ebbe parole definitive. Sulla scia di Paolo VI, che aveva chiuso la vicenda dello Stato Pontificio ("nessun rimpianto, né alcuna nostalgia"), disse alla Città e al mondo: "Qui si ritrovano la Roma civile e la Roma cristiana, unite insieme". E si rivolse ai non credenti, esattamente come ai cristiani". Lo scrive Francesco Rutelli su Facebook.

"Woytjla -ricorda Rutelli- volle che il Giubileo del millennio fosse un incontro universale, e anche momento di verità sugli errori della Chiesa nella Storia. Sono orgoglioso, tanto più a distanza di 20 anni, della riuscita della nostra parte civile per quel Giubileo. Abbiamo migliorato la città in modo diffuso. La promessa era stata: "lavori pubblici per Roma, non 'su Roma', ma con i cittadini". Così è avvenuto: senza una vittima negli oltre 800 cantieri, senza un avviso di garanzia - per i controlli rigorosi - e con lavori utili, oltre che conclusi nei tempi previsti".

"Quando l'inseparabile Padre Stanislao Dziwisz -dice Rutelli- mi chiamò in Vaticano per rendergli un omaggio privato, al suo letto di morte, gli ho ricordato che tra i ragazzi nelle tende a Tor Vergata, per le Giornate Mondiali della Gioventù nell'agosto 2000, si erano registrate diverse nascite! Tra quel milione e 750mila giovani, c'erano delle ragazze incinte, che furono subito accompagnate nel nuovo Policlinico di Tor Vergata. Non erano solo il calcolo delle probabilità e il caldo. Era un segno simbolico che la vita procede, e che da ogni volontà positiva possono scaturire sorprese e progressi".

"Anche nei momenti bui, come oggi, se siamo capaci di agire e costruire, sulle strade del mondo è possibile camminare assieme agli altri umani. Questo ci ha dimostrato - benché ammalato, sofferente, tremante - Karol Wojtyla", conclude Rutelli.

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