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Xi Jinping in Tibet, Sisci: "Visita per riaffermare appartenenza"

23 luglio 2021 | 16.09
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"Questione delicata tra 'controllo' e 'assimilazione forzata' e confine con l'India"

(foto Afp)
(foto Afp)

"Il significato è riaffermare l'appartenenza del Tibet alla Cina". Francesco Sisci, sinologo, professore di geopolitica alla Luiss, legge così la visita di Xi Jinping sul 'tetto del mondo', in quella che è ufficialmente una "regione autonoma" della Cina, passati 70 anni da quella che per Pechino è stata una "liberazione pacifica". Xi era già stato in Tibet nel luglio di dieci anni fa da vice presidente e nel 1998 da capo del partito nella provincia del Fujian, ma quella di cui hanno dato notizia oggi i media ufficiali del gigante asiatico è la prima visita da leader.

Xi, presidente dal 2013, è arrivato mercoledì nella regione. La visita è stata tenuta segreta fino ad oggi perché quella tibetana è una "questione delicata" e - dice Sisci all'Adnkronos - perché i cinesi sono soliti considerare le "questioni di sicurezza" e agire di conseguenza per "evitare varie forme di proteste organizzate in anticipo" in un'area oggetto di "una politica che cinesi definiscono di 'controllo' e i tibetani di 'assimilazione forzata'".

'Molto meno problematico dello Xinjiang'

Xi a Lhasa. Il Dalai Lama in esilio in India dal 1959. "La questione tibetana è stata storicamente più delicata di quella del Xinjiang", commenta Sisci, in riferimento alla regione abitata dagli uiguri, etnia turcofona di fede islamica, la regione in cui governo cinese è accusato di aver messo in atto una delle più gravi violazioni dei diritti umani di questi tempi.

"Negli ultimi decenni il Tibet è stato molto meno problematico dello Xinjiang", prosegue il sinologo, senza dimenticare gli "atti di autoimmolazione che ci sono stati negli ultimi dieci anni in Tibet, le proteste". "Ma - afferma - non c'è stata un'ondata di terrorismo come quella che ha colpito lo Xinjiang". Anche se il Tibet ha "una questione di frontiera (con l'India) molto più delicata".

'Messaggio interno, per il presidente un 'victory lap''

Xi - presidente dal 2013, ma anche segretario generale del Partito comunista cinese e capo della Commissione militare centrale - è stato nell'area di Nyingchi, non lontano dall'Arunachal Pradesh. E Cina e India hanno un'annosa disputa sul confine, segnata in passato da scontri tra le truppe dei due giganti asiatici, eterni rivali.

Ma la visita in Tibet, secondo Sisci, resta "un messaggio molto interno", per dire "abbiamo liberato il Tibet, oggi è pacificato, non ci dà problemi e quindi questa politica ha funzionato". E', conclude, "quello che gli americani chiamerebbero un 'victory lap'", un 'giro d'onore'.

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