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Gb: Xi riparte dopo visita al Manchester City e selfie con Aguero

23 ottobre 2015 | 18.45
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Il presidente cinese Xi Jinping e la moglie Peng Liyuan salutano le autorità prima di ripartire da Manchester al termine della visita di stato in Gran Bretagna (Foto Afp)
Il presidente cinese Xi Jinping e la moglie Peng Liyuan salutano le autorità prima di ripartire da Manchester al termine della visita di stato in Gran Bretagna (Foto Afp)

Iniziata in pompa magna a Buckingham Palace, la visita trionfale di Xin Jinping nel Regno Unito si è conclusa toccando un altro dei simboli più popolari della 'britishness', la Premier League. A Manchester, il presidente cinese ha fatto tappa insieme al premier David Cameron al campo d'allenamento del Manchester City, ricevuto dal presidente del club, il miliardario di Abu Dhabi, Khaldoon Al Mubarak, che ha definito la visita di Xi "un immenso onore".

Immancabile il 'selfie' con una delle star del club, l'attaccante argentino Sergio Aguero, che non ha resistito alla tentazione di immortalarsi insieme a due degli uomini più potenti del mondo. Postato sull'account Twitter ufficiale della squadra, il selfie di Aguero ha suscitato l'ironia di molti fan, che hanno accusato Cameron, che nello scatto ha un po' l'aria dell'intruso che entra a sorpresa nell'inquadratura, di essere un 'photobomber'.

Ieri sera in un pub con Cameron

La serata di ieri, Xi e Cameron l'avevano invece trascorsa in un pub, altro emblema di britannicità, davanti ad una pinta di birra e un piatto di 'fish and chips'. In precedenza, nella residenza di campagna del premier, a Chequers, i due leader avevano avuto modo di discutere della guerra in Siria e della necessità di fare fronte comune contro la minaccia dello Stato Islamico.

Ma al di là dei temi di politica estera, ciò che più ha contato durante la visita di Xi in Gran Bretagna è la qualità e la quantità di accordi commerciali siglati tra Londra e Pechino. A dare la cifra definitiva è stato Cameron, che ha parlato di accordi per un valore totale di 40 miliardi di sterline (circa 54 miliardi di euro). Più che abbastanza, hanno fatto notare diversi osservatori, per far mettere in secondo piano la questione dei diritti umani e le accuse di abusi rivolte a Pechino.

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