Yulia Skripal, la figlia dell'ex agente russo avvelenato il 4 marzo scorso a Salisbury, ha rifiutato l'assistenza dell'ambasciata russa a Londra. In una dichiarazione diffusa dalla polizia, la 33enne - dimessa dall'ospedale lunedì scorso, dopo aver subito anche lei le conseguenze dell'avvelenamento - ha detto che suo padre "sta ancora molto male".
La Skripal precisa poi di non essere ancora abbastanza in forze per poter rilasciare un'intervista ai media, ma chiarisce che "nessuno parla per me o per mio padre". "Ho accesso ai miei amici ed alla mia famiglia e sono stata messa al corrente dei contatti specifici all'ambasciata russa, che mi ha gentilmente offerto l'assistenza in qualsiasi modo - afferma nella nota -. Al momento non voglio avvalermi dei loro servizi, ma, se dovessi cambiare idea, so come contattarli".