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Zaki, al Senato mozione per cittadinanza italiana

13 aprile 2021 | 10.00
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Lo studente detenuto in Egitto da oltre un anno

Zaki, al Senato mozione per cittadinanza italiana

Arriva oggi in Senato la mozione per la cittadinanza italia a Patrick Zaki, lo studente egiziano dell'università Alma Mater di Bologna che da oltre un anno è in carcere in Egitto. Pochi giorni fa, l'ennesima udienza che non ha modificato la drammatica situazione del giovane e che ha prolungato ulteriormente la detenzione. La mozione, a prima firma Pd, è sostenuta anche da esponenti di altre forze politiche: a favore alcuni membri del Movimento 5 Stelle, Italia viva, +Europa, Lega e Misto.

Intanto ieri Zaki ha ricevuto la visita della fidanzata come ha reso noto la pagina Facebook del gruppo 'Patrick libero'. Secondo il posto, Zaki "sembrava stare bene in generale". Lui le ha dato una copia del libro "Cento anni di solitudine", con un biglietto all'interno scritto in italiano in cui diceva: "Resisto, grazie per il sostegno di tutti".

Il post su Facebook ha riferito che Zaki "era confuso" su ciò che è successo nell'ultima udienza in tribunale, "sapeva che la sua detenzione era stata rinnovata per altri 45 giorni, ma non era a conoscenza dello stato dell'appello presentato dai suoi avvocati per cambiare la corte che si occupa del suo caso. Ha anche detto che appena è entrato nell'aula dell'ultima sessione, il giudice stava dicendo agli avvocati di andarsene. La sua ragazza gli ha detto che l'appello era stato respinto e che il suo processo sarebbe continuato davanti allo stesso giudice".

"Purtroppo - si legge ancora - quando la sua ragazza ha cercato di confortarlo dicendogli che si spera che tutto questo finisca presto, lui ha fatto una risata sarcastica e disperata, dicendo che sta cercando di adattarsi a stare in prigione, in un modo che indica che ha perso la speranza di essere presto libero e sta rimanendo forte per coloro che ama".

Patrick ha anche raccontato che mentre stava lasciando il carcere per recarsi in tribunale, "il direttore della prigione lo ha fermato e gli ha detto che non gli permetterà di entrare di nuovo finché non si sarà tagliato i capelli, mentre rideva con gli altri agenti di polizia intorno a lui". Secondo gli attivisti di Patrick Libero, "questo è stato a dir poco ingiusto, anche i piccoli dettagli sono controllati, il suo corpo e il suo aspetto sono soggetti alla loro opinione". "Continuiamo ad aggrapparci alla speranza che sia presto libero e che domani ci porti notizie migliori", concludono gli attivisti, chiedendo che Patrick sia "immediatamente rilasciato".

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