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Zangrillo sbotta: "C'è chi vede i malati e chi sta davanti al pc"

18 maggio 2020 | 11.20
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Zangrillo sbotta:

"Bisogna distinguere tra chi parla per sentito dire perché è davanti ad un computer e chi parla con cognizione di causa perché vede i malati". E' un passaggio dell'intervento del professor Alberto Zangrillo, primario di Terapia intensiva generale e cardiovascolare del San Raffaele di Milano, a Che tempo che fa. "Stiamo osservando quadri clinici definiti lievi. Negli ultimi 5 giorni abbiamo ricoverato 3 pazienti provenienti dall'esterno, sono in un reparto di normale degenza In questa narrazione del Covid 19 che ci appassiona e ci terrorizza da quasi 3 mesi, dobbiamo metterci d'accordo se dobbiamo continuare a raccontare gli italiani come fossero beoti da chiudere in casa perché non sono in grado di proteggersi e di tutelare il prossimo, oppure se dobbiamo dare retta a tutto quello che vediamo dalla clinica", dice Zangrillo.

"Quando il Comitato tecnico scientifico consiglia al pover presidente del Consiglio e al povero ministro della Sanità di aumentare del 75% in un mese i posti di terapia intensiva, vuol dire che il comitato tecnico scientifico non ha alcuna contezza della realtà. Un infermiere preparato conta più di 100 ventilatori", aggiunge.

In studio, è presente Roberto Burioni. Il virologo, su Twitter, interviene per chiarire. "Se credete che Alberto Zangrillo ce l’avesse con me sappiate che: 1) è uno dei più cari amici 2) ho con lui un inestinguibile debito per motivi familiari 3) è grazie ai suoi incoraggiamenti se ho cominciato a divulgare sui social 4) è uno di quelli che mi ha chiamato in cattedra all'Università San Raffaele". E Zangrillo, a stretto giro, conferma: "È così. Notte".

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