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Zangrillo: "Vaccinare in Rsa fra esperienze più belle"

16 gennaio 2021 | 08.05
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"Senti che fai qualcosa di speciale per persone che potrebbero correre grandi rischi a causa del virus. E ti immedesimi", afferma il primario di Anestesia e rianimazione all’ospedale San Raffaele e prorettore dell’Università Vita-Salute

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"Non è un lavoro di secondo piano. È una delle più belle esperienze della mia vita. Senti che fai qualcosa di speciale per persone che potrebbero correre grandi rischi a causa del virus. E ti immedesimi". Lo afferma il professor Alberto Zangrillo, primario di Anestesia e rianimazione all’ospedale San Raffaele e prorettore dell’Università Vita-Salute in un'intervista al 'Corriere della Sera' commentando l'esperienza di 'vaccinatore' in una Rsa di Milano. "Ho deciso una settimana fa. Ho chiesto alla Regione e mi è stato detto che avrei potuto essere di supporto nelle strutture in capo all’Asst Fatebenefratelli-Sacco. Nei giorni scorsi ho preso conoscenza della procedura e iniziato le vaccinazioni alla Rsa Quarenghi e al centro Girola con i miei collaboratori" aggiunge.

"Lo faccio anche per i miei figli. Stiamo rubando loro il futuro - sottolinea Zangrillo - Il problema non è che ci dimentichiamo gli anziani, ma le persone. Stiamo vivendo sull’onda di previsioni e teoremi che si discostano dalla realtà quotidiana. Il mio piccolo apporto vuole essere dimostrativo e soprattutto pratico, un riconoscimento d’attenzione per chi è stato oggetto di discorsi vili. Qualcuno ha pensato che si potessero applicare priorità di intervento terapeutico in base all’età".

"Se si va per categoria vuol dire che non abbiamo capito nulla. Se sono bravo con il triage vado incontro alle necessità di cura del paziente. Ogni malato ha bisogno di una sua terapia. Questa malattia ci ha insegnato un comandamento - conclude - la terapia del malato inizia a domicilio. E l’errore terapeutico a domicilio spesso si paga con la morte del paziente".

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