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Zegna, tailoring sostenibile

10 gennaio 2020 | 21.22
LETTURA: 4 minuti

Per la fall-winter 2020, il direttore creativo Alessandro Sartori torna sul concetto di upcycling. Sulla passerella-installazione capi dal layering accentuato, 56 uscite realizzate trasformando scarti di tessuti e abiti

Zegna, tailoring sostenibile

di Federica Mochi

Chi ha detto che per creare bisogna partire da zero? 'Use the Existing', piuttosto. Usare - letteralmente - quello che già esiste. E' la filosofia di Alessandro Sartori, mente e 'forbici' di Ermenegildo Zegna che per la fall-winter 2020 che apre Milano Moda Uomo, torna sul concetto di upcycling, rivisitando la sartoria moderna con la ricerca tessile. "Voglio aggiungere un altro capitolo al nostro libro ed estendere la grammatica di #UseTheExisting, vestirsi con capi del guardaroba esistente ma totalmente reinterpretati" spiega il direttore creativo.

La collezione, che ridefinisce e ridisegna il concetto di tailoring, si compone di capi ottenuti dal riutilizzo di materie prime naturali e sintetiche. Come gli abiti cuciti con i tessuti ricavati da scarti di altre lavorazioni e ritessuti, in modo che i materiali siano riutilizzati in modo sostenibile. Sartori non smette di sorprendere. A partire dal set della sfilata, l'ex fonderia Macchi, dove i modelli fanno capolino da 'Art for Earth', un'installazione a forma di cubo, realizzata con l'artista americana Anne Patterson, e composta da migliaia di nastri ricavati da avanzi di tessuti Zegna delle precedenti sfilate. Un'installazione che rimarrà aperta al pubblico fino al 31 gennaio e sarà meta di visite guidate per le scuole.

"Abbiamo voluto realizzare un lavoro artistico con i nastri di tessuto che provengono dagli scarti delle ultime sei sfilate e che potrebbero ridiventare tessuti perché composti da materiali riciclabili" sottolinea Sartori, che per questa collezione ha immaginato "un uomo amante del bello, del bel vestito, del tailoring". Concetto che si respira nelle 56 uscite dello show dalla silhouette fresca e stratificata ma dai pesi ultraleggeri. Come negli abiti a tre e due pezzi o a tre bottoni con giacche a un petto e mezzo leggermente squadrate e nei pantaloni a sigaretta, stretti e sottili, indossati con blouson oversize, che cadono a pennello sulle derby leggerissime, pesanti come sneaker. O ancora, portati sopra boots con elastico sovrapposto in pelle o sui polacchini lucidati.

Un tailoring fresco, frizzante, quello tratteggiato da Sartori, come il pantalone con una o due pence e tasche cargo supersottili o il blouson Achill color sabbia in lana organica rigenerata che sembra cotone. E ancora, tra i protagonisti di stagione c'è il gilet sartoriale, pensato per essere indossato anche da solo, le camicie e le maglie a collo basso con la zip centrale o la felpa con il logo Zegna d'archivio, disegnato da Bob Noorda negli anni '80.

Tutto parte dai tessuti: scarti di fibre che si fanno sperimentali grazie al mix tra sintetico e naturale. E anche quelli più semplici, come la flanella di cashmere riciclata o l'Achillfarm, la gabardine di lana sovrastampata in moiré, il panno di lana realizzato con gli scarti della confezione degli abiti, risultano innovativi. I disegni moiré e digitalizzati, i macro check, i jacquard e i paesaggi digitalizzati sono pennellati su cappotti loden dalle spalle ampie e senza spalline con effetto che scompare e sfondo piega o sulle giacche, come quelle realizzate da 25 ragazze della comunità di San Patrignano con 10 telai a mano. Un progetto particolarmente caro al brand.

Forte e minimal, ecco l'uomo Zegna, che unisce un'allure industriale a una silhouette elegante. Sartoriale e globalizzato, è pronto ad andare oltre i confini convenzionali. Un mood che riecheggia nella palette cromatica: nei rust, nei verdi militare, nelle tinte naturali come il beige, il cuoio, il whiskey. E ancora negli ebano, nei cioccolato, nel nero, nei lucidi e opachi mischiati e illuminati da tocchi di rosa, ambra rossa e blu pavone. Un capitolo a parte lo meritano i capispalla: 10 nuovi modelli di cappotto che partono dal loden e dalla sua reinterpretazione e declinati in varie lunghezze.

Lato accessori, via libera a marsupi oversize, borse morbide come la cross body bag ispirata alla fotografia contemporanea e le borse e le tracolle per portare la macchina fotografica, realizzate in collaborazione con Leica. "E' una collezione che va oltre il concetto di Using the existing e che vuole portare Zegna a ridurre a zero gli scarti - osserva Sartori -. E' una rinascita del tailoring reinterpretando i codici maschili".

"Per ridurre a zero lo spreco ci vorrà qualche anno - ammette lo stilista - un 5-10% dei capi che arrivano alla terza o quarta vita non può essere recuperato". Una mission ambiziosa quella di Sartori, ma non impossibile. E' pur vero, ribadisce il creativo, che "la nostra 'arte' ha il dovere di rispettare la Terra. E' la nostra missione, sia come esseri umani sia come designer".

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