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Zona arancione e zona gialla, cosa cambia oggi

19 febbraio 2021 | 07.00
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I dati della cabina di regia e la mappa delle zone più o meno a rischio

Fotogramma /Ipa
Fotogramma /Ipa

Zona arancione, zona gialla. Mentre le varianti covid spaventano l’Italia e molti esperti invocano lockdown chirurgici, le regioni guardano al monitoraggio settimanale sui dati del Covid in Italia: la cabina di regia potrebbe infatti ridisegnare la mappa delle zone più o meno a rischio, con l’adozione di misure e restrizioni abbinate al colore. Intanto, stando ai dati, Molise, Campania ed Emilia Romagna passerebbero in zona arancione. Bolzano e Umbria dovrebbero diventare rosse, anche se praticamente già lo erano con ordinanze regionali. E' quanto si apprende dalla Cabina di regia.

"L’Rt del Lazio è a 0.95, aspettiamo le decisioni ma tecnicamente i dati sono da zona gialla", ha ribadito oggi l'assessore alla Sanità della Regione, Alessio D'Amato, che ieri aveva affermato: "Dai dati in nostro possesso del monitoraggio dell'Istituto superiore di sanità (Iss) il Lazio dovrebbe rimanere in zona gialla con un valore Rt a 0.95, una riduzione del numero dei nuovi focolai, una riduzione del tasso di occupazione dei posti letto totali di terapia intensiva e di quelli in area medica entrambi al di sotto delle soglie di allerta. Inoltre vi è una riduzione dell'incidenza per 100mila abitanti". Il Lazio, ieri, ha archiviato una giornata con 1025 casi e 41 morti.

"E' molto probabile che torneremo in zona arancione? Assolutamente si, ma credo che abbiate visto anche voi le immagini di questi fine settimana". Lo ha detto il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, rispondendo ai giornalisti a margine di un appuntamento a Salerno. "Migliaia e migliaia di persone in mezzo alle strade - ha aggiunto De Luca - nessun rispetto delle regole. Chi controllava? Qui ormai il controllo in Italia non esiste più, nessuno controlla più nulla, dovremo contare solo sul senso di responsabilità dei cittadini. Ma in questi fine settimana che abbiamo alle spalle di senso di responsabilità ne abbiamo visto molto poco. Era inevitabile tornare in zona arancione e poi in zona rossa".

Ma da Nord a Sud, varie regioni hanno rivendicato ieri un posto in zona gialla. "Secondo le nostre previsioni, il Friuli Venezia Giulia continuerà a restare in zona gialla", ha detto il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga. "Analizzando i dati in nostro possesso con gli esperti che fanno parte della task force sul monitoraggio della pandemia in Friuli Venezia Giulia, l'ipotesi che la nostra regione resti zona gialla al momento è confermata", ha aggiunto. Giovedì, in Friuli Venezia Giulia, 501 nuovi contagi e un tasso di positività al 3,5%.

Il Piemonte rischia la retrocessione? "Il pre report arrivato nella notte” tra mercoledì e giovedì “e frutto dei calcoli degli indicatori che vengono mandati a Roma dalla Regione Piemonte e riferiti alla settimana scorsa ci dice che il Piemonte ha ancora i numeri da zona gialla", ha detto il governatore Alberto Cirio.

Non si sbilancia il presidente della Lombardia, Attilio Fontana. L’ultimo bollettino fa riferimento a 2540 casi e ad un tasso di positività del 5,4%. "A me sembra che la Lombardia possa rimanere in zona gialla. La risposta definitiva potrà essere data solo” venerdì con la riunione della cabina di regia. "Più andiamo avanti e più sarà difficile e complicato, bisognerà vedere l'andamento del virus. Temo che molti operatori non avranno più intenzione di rischiare", dice poi Fontana a proposito della possibile riapertura dello sci, a marzo. Il sistema dei colori, ribadisce, non funziona. "Invece che continuamente passare da un momento di assoluta libertà che determina un peggioramento della situazione a una situazione di completa chiusura dove i contagi diminuiscono, credo che sia necessario trovare una via mediana. Si dovrebbe trovare - continua - un equilibrio tale per cui tra libertà e parziali limitazioni si possa continuare a vivere allo stesso modo". Alle attività che possono riaprire "bisogna dare la garanzia che possano svolgerle non per due settimane ma almeno per 2 mesi, 3 mesi, in modo che si possa fare anche una programmazione. Al Governo chiedo un passo in più, va superato lo schema dei colori".

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