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Zona gialla, regioni in attesa: chi rischia la zona rossa

23 aprile 2021 | 09.48
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Oggi il monitoraggio settimanale dei dati cambierà la mappa dei colori italiani insieme alle riaperture di lunedì 26 aprile

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Zona gialla con misure meno restrittive, arancione o zona rossa con divieti e regole più rigide? Regioni oggi in attesa del 'verdetto' affidato come ogni settimana ai dati del monitoraggio del ministero della Salute-Iss che ridefinirà ancora una volta la mappa dei colori dell'Italia in vista di lunedì 26 aprile, giorno in cui scatteranno anche diverse riaperture con il ritorno della zona gialla con coprifuoco sempre alle 22, ma nuove regole per ristoranti aperti a pranzo e cena all'aperto, bar, scuola e spostamenti.

E la zona gialla sembra essere all'orizzonte per Lombardia, Lazio, Veneto, Emilia Romagna, Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Piemonte. Sperano anche Toscana, Marche, Molise e Umbria. Da definire invece lo status di Campania, Sicilia e Puglia. Tendono al rosso Valle d'Aosta, Sardegna e Calabria: queste ultime sono però le uniche due regioni segnalate dal report Iss come a 'rischio alto'. Intanto l'indice Rt nazionale cala a 0.81.

Non è ancora ufficiale ma da lunedì la Lombardia dovrebbe essere in zona gialla, ha detto il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, a margine della visita all'hub vaccinale di Cernobbio, in provincia di Como, rispondendo alle domande dei cronisti. "I numeri negativi di questa ondata si stanno per fortuna riducendo. Da lunedì in Lombardia dovremmo riavere un po' della nostra libertà e rientrare in zona gialla, anche se attendiamo ancora le comunicazioni ufficiali da Roma", afferma il presidente.

"I numeri sono tutti da zona gialla. Lo do per scontato", ha annunciato il presidente del Veneto Luca Zaia oggi nel corso del punto stampa avvertendo in ogni caso che "dobbiamo tenere duro e arrivare fino a metà-fine maggio. Poi, per giugno -ha annunciato- dobbiamo aver vaccinato tutte le categorie fragili e quindi potremo pensare agli altri, fino ad arrivare ai 16enni".

I dati epidemiologici del Lazio "sono coerenti con la zona gialla anche se permane una pressione sugli ospedali", ha spiegato ieri da Roma l'assessore regionale alla sanità Alessio D’Amato.

"La bozza del report settimanale che sarà sottoposta alla valutazione consueta della Cabina di Regia nazionale mostra segnali di miglioramento su tutti gli indicatori. In particolare, torna a scendere l’indice Rt, che si ferma a 0,84 medio (0,79-0,89) contro lo 0,92 della scorsa settimana. La pressione ospedaliera scende al 26% (-1%) nelle terapie intensive e 34% (-3%) in area medica, percentuali che non scontano le ulteriori diminuzioni di ieri e della giornata odierna. Diminuiscono anche i focolai", ha detto ieri il governatore dell'Abruzzo, Marco Marsilio, che punta alla promozione.

Sicuro il governatore dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini: "Da lunedì prossimo, 26 aprile, anche l'Emilia-Romagna diventerà finalmente gialla. Si esprimerà il Comitato tecnico scientifico sulla base dei dati che vengono consegnati settimanalmente, ma posso già dire come tutto porti a credere che l'Emilia-Romagna diventerà zona gialla".

Da lunedì il Piemonte passa in zona gialla, annuncia quindi la Regione precisando che per quanto riguarda la provincia di Cuneo la misura sarà valida a partire da giovedì 29 per completare il periodo di permanenza in arancione previsto dalle indicazioni nazionali.

"Il report inviato nella notte dall'Istituto superiore di sanità, che sarà ufficializzato a breve, evidenzia che i contagi in Friuli Venezia Giulia sono scesi con un indice Rt passa da 0,72 a 0,61 e, per prima volta, dall'inizio della terza ondata i livelli di occupazione dei posti letti nei reparti di terapia intensiva e nelle aree mediche sono sotto la soglia di guardia. Inoltre, procede l'attività di monitoraggio sulle mutazioni del virus e, su questo fronte, la situazione appare sotto controllo. Dati che dovrebbero permettere l'inquadramento della nostra regione in zona gialla", ha confermato ieri il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia con delega alla Salute, Riccardo Riccardi.

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