Segnalati possibili profili di revenge porn e gravi violazioni della privacy
Il Codacons ha depositato un nuovo atto presso la Procura della Repubblica di Milano nell’ambito della vicenda legata al format 'Falsissimo', riconducibile a Fabrizio Corona, avente a oggetto la segnalazione di "fatti potenzialmente integranti il reato di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti, previsto dall’articolo 612-ter del codice penale (cd. revenge porn), nonché ulteriori profili di illecito penale e possibili violazioni della normativa in materia di protezione dei dati personali, con riferimento alla diffusione di immagini intime". L’atto riguarda la diffusione non autorizzata di contenuti di natura intima e la loro divulgazione attraverso piattaforme digitali e canali ad ampia diffusività. Contestualmente, Codacons e Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi si sono costituiti parti offese nel procedimento.
Il nuovo atto si inserisce in un percorso di iniziative già avviato nei giorni scorsi, che ha visto il Codacons trasmettere un esposto alla Procura di Milano per l’accertamento di eventuali profili di rilevanza penale riguardo le condotte denunciate da Fabrizio Corona, oltre a un esposto all’Autorità garante della concorrenza e del mercato e all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, nonché una formale diffida a Mediaset con richiesta di sospensione cautelativa della nuova edizione del programma coinvolto. Proprio alla luce di tali iniziative, e a ulteriore conferma della propria imparzialità, terzietà e funzione istituzionale di tutela dell’interesse collettivo, il Codacons sottolinea come l’azione intrapresa non sia rivolta alla difesa di interessi individuali, ma risponda all’esigenza di presidiare la protezione della dignità, della riservatezza e dell’identità personale, anche quando si tratti di soggetti noti o personaggi pubblici.
Si legge infatti nell’atto: “La diffusione di immagini e/o video a contenuto intimo, ove accertata come avvenuta in assenza di consenso e mediante strumenti idonei a raggiungere un pubblico indeterminato, appare idonea a determinare una lesione grave e difficilmente reversibile della dignità della persona, nonché a incidere negativamente sul corretto utilizzo dei mezzi di comunicazione digitale”. Codacons e Assourt hanno pertanto chiesto all’Autorità Giudiziaria di svolgere tutti gli accertamenti necessari in ordine alle modalità di acquisizione, conservazione e diffusione dei materiali oggetto di contestazione, alla sussistenza o meno del consenso della persona ritratta, nonché all’eventuale concorso di ulteriori fattispecie penalmente rilevanti e di violazioni della normativa in materia di protezione dei dati personali. L’intervento dell’Autorità procedente, sottolineano le Associazioni, “assume un valore che trascende il singolo episodio, configurandosi come presidio di legalità e come affermazione dei limiti invalicabili tra informazione, intrattenimento e abuso”, a tutela non solo delle persone direttamente coinvolte ma dell’intera collettività degli utenti e dei consumatori.