Razzante (Crst): "Welfare terroristico simile a organizzazione mafiosa"

L'esperto: "segnalazioni bancarie e finanziarie hanno funzionato"

Razzante (Crst):
27 dicembre 2025 | 13.45
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"In Italia monitoriamo da tempo i flussi che vanno a queste Associazioni. Il finanziamento del terrorismo c'è da sempre. Non c’è nessuna condotta terroristica che si possa perpetrare senza un finanziamento radicale e mondiale, che avviene per lo più attraverso associazioni caritatevoli, data la loro insospettabilità fino a prova contraria, evidentemente. Questa operazione rientra in un monitoraggio che si sta facendo dai tragici fatti dell'11 settembre, in verità. Il tracciamento che è stato fatto per Hamas è lo stesso che è stato fatto per l’Isis e Al Qaeda, un lavoro indispensabile al contrasto del fenomeno". A dirlo all’Adnkronos è Ranieri Razzante, Direttore del Centro di Ricerca sulla Sicurezza e il Terrorismo (CRST) e membro del comitato degli esperti della UIF, parlando della maxi operazione antiterrorismo che ha portato all’arresto di 9 persone a Genova. Gli indagati sono accusati di aver raccolto fondi destinati ad Hamas mascherandoli come fondi per fini umanitari.

Secondo Razzante "l’associazione terroristica non si fa solamente perché si crede nell'ideale scellerato della violenza e del terrore, ma anche per mantenere le famiglie di persone che non hanno reddito, nonché evidentemente le strutture dedicate alla causa. Il finanziamento al terrorismo è diventato una sorta di welfare dei terroristi, in modo tale che, quando uno di loro combatte, gli altri possono essere mantenuti, è la logica molto simile a quella delle associazioni mafiose". Per tale ragione, Razzante pone l'attenzione sul tema dei finanziamenti come unico strumento per creare proseliti anche fuori dai propri confini: "Noi pensiamo che Hamas sia solamente insediato in Palestina e a Gaza, ma Hamas controlla territori molto più grandi. Si deve collegare con altre strutture terroristiche perché il brand deve diffondersi, e per mantenerlo la necessità è quella di controllare il territorio ma anche di espandersi, perché se Hamas non cerca alleanze al di fuori diventa più facilmente intercettabile e vincibile. D'altronde, pare che in Italia fosse presente una sua cellula terroristica, diretta proprio da Hannoun. Mi fa piacere tra l'altro ricordare che, a proposito di questo soggetto, le nostre forze dell'ordine non si sbagliavano."

Razzante non nasconde poi la difficoltà di contrasto a questa modalità di finanza ombra, perché "mentre il riciclaggio delle associazioni mafiose è relativamente più facile da intercettare, perché i trasferimenti sono in genere più macroscopici, il finanziamento al terrorismo è invece di importi più modesti e frazionati. E poi c'è tutto il meccanismo di creazione di conti esteri, carte prepagate e contante che girano su canali anonimizzati. Questa volta le segnalazioni bancarie e finanziarie hanno funzionato, dato che le movimentazioni sono avvenute per lo più, a quanto pare, su conti correnti intestati alle associazioni". Inoltre, Razzante sottolinea che "la nostra rete di controlli funziona" dal momento che UIF, Guardia di Finanza, Dna, Polizia hanno messo in atto quegli iter che hanno permesso di fare i dovuti controlli su "una piccola associazione che evidentemente ha ricevuto fondi in sproporzione rispetto alle effettive necessità". Le indagini, prosegue Razzante, sono destinate ad ampliarsi: "La rete è molto più ramificata ed internazionale, perché si deve ricostruire ora anche il flusso in uscita dei soldi verso l’estero". La "fase due" riguarderà infatti il ritracciamento dei flussi oltreconfine, per individuare i legami diretti con le organizzazioni estremiste. Un punto resta fermo: il terrorismo moderno non è più improvvisato né povero. È un sistema organizzato che vive di ingenti finanziamenti, con numerose complicità private e di governi compiacenti".

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