Vocabolario questo sconosciuto. Un tomo voluminoso, fondamentale per le generazioni passate, utile per comprendere termini nuovi, di cui non si conosce il significato e l'origine. Le nuove generazioni spesso non sanno come si utilizza un vocabolario cartaceo, non comprendono la sua utilità e quanto il fatto di cercare meccanicamente, con mano, sia importante per la conoscenza della propria lingua. Si preferisce l'utilizzo del web, più veloce e meno faticoso. Ma la sola opzione online può portare a conseguenze: secondo il professor Claudio Marazzini, presidente onorario dell'Accademia della Crusca, professore emerito di Linguistica italiana all'Università Piemonte Orientale, "la ricerca solo in Rete del significato delle parole potrebbe produrre effetti deleteri: per esempio, si potrebbe perdere l'abitudine alla sequenza dell'alfabeto, visto che i motori di ricerca trovano tutto da soli. Già ora molti ragazzi non sono in grado di recitare l'alfabeto dall'A alla Z, e chi non conosce bene l'alfabeto non troverà le parole in un vocabolario di carta. Poi c'è anche la presunzione di chi pensa di non aver bisogno del vocabolario, perché crede - beato lui - di conoscere perfettamente la lingua italiana in tutte le sue sfumature".
"Io ho partecipato alla stesura delle nuove Indicazioni nazionali per la Scuola, e lì l'importanza del vocabolario è stata ribadita in maniera molto esplicita - spiega Marazzini - così come anche c'è l'invito a insegnare l'ordine alfabetico. Ci sono state tante polemiche sui nuovi programmi, ma insisto sul fatto che l'esortazione all'uso del vocabolario è stata inserita. Durante l'elaborazione delle nuove Indicazioni, è stata interpellata anche l'Associazione degli Storici della Lingua Italiana, l'Asli. Tra le raccomandazioni che l'Asli ha inviato alla Commissione, ce n'era una, tra le prime, che ribadiva l'importanza del vocabolario cartaceo e del suo buon uso".
"Il vocabolario è un punto di riferimento per l'accrescimento delle competenze lessicali, per conoscere a fondo le parole e il loro significato - conclude Marazzini. - E poi il vocabolario è anche divertente. Giocare con il vocabolario significa approfondire la conoscenza della nostra lingua con informazioni grammaticali, esempi, sinonimi e contrari, anche perché i vocabolari sono ormai molto generosi di dati e notizie".
La professoressa Valeria Della Valle, linguista e condirettrice con Giuseppe Patota dei dizionari Treccani, osserva: "Noi adulti siamo cresciuti con l'aiuto del vocabolario a casa e a scuola, mentre tra le nuove generazioni e il vocabolario si è aperto un solco, direi quasi un baratro. Secondo alcuni studi scientifici i vocabolari contemporanei non sono fatti per i ragazzi: sono difficili da consultare non solo per gli studenti al di sotto dei 14 anni ma spesso anche per gli studenti al di sopra di quell'età. Sulla base della mia esperienza personale (ho insegnato per tanti anni proprio la storia dei dizionari dalle origini ad oggi), ho verificato che i giovani che seguivano i miei corsi, ragazzi usciti dal liceo, avevano pochissima dimestichezza con i dizionari. Motivo? I dizionari, anche i migliori (e quelli italiani sono tutti molto buoni), erano e sono fatti per un pubblico che aveva caratteristiche molto diverse da quelle dei giovani di oggi. I dizionari - continua Della Valle – avevano e talvolta hanno ancora un linguaggio piuttosto difficile, erano rivolti a un pubblico colto, a persone in grado di decifrare definizioni scientifiche, tecniche, citazioni letterarie, etimologie, abbreviazioni, sigle, ecc. I dizionari tradizionali avevano un loro linguaggio, a volte oscuro e difficile, comprensibile solo per chi era cresciuto in una società e in una scuola diverse da quelle attuali. I ragazzi di oggi si sono abituati a letture molto veloci, su supporti digitali, non hanno la pazienza di cercare le spiegazioni inseguendole attraverso i rinvii da voce a voce, come succedeva nei dizionari tradizionali".
"Col collega Giuseppe Patota, grazie all’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani, abbiamo studiato le esigenze delle nuove generazioni e insieme abbiamo creato un dizionario cartaceo completamente nuovo, scritto in un linguaggio più semplice: le voci di questa nuova opera sono state completamente riscritte, con uno stile narrativo, discorsivo, amichevole, al contrario di quanto avveniva nei dizionari del passato che si esprimevano con un linguaggio sostenuto, distante dai giovani lettori e dalle giovani lettrici. Abbiamo pensato di invogliare ragazze e ragazzi alla lettura con un’opera pensata e scritta solo per loro, sulla base delle loro esigenze. Quindi abbiamo eliminato il cosiddetto 'vocabolariese' cioè un linguaggio difficile, oscuro, fatto per persone che già sanno". L'8 dicembre scorso, a chiusura del centenario della Treccani c'è stata proprio la presentazione del nuovo vocabolario della casa editrice.
"Inoltre - conclude Della Valle - anche in questo nuovo dizionario, come nel precedente, abbiamo registrato tutti gli aggettivi e tutti i nomi non più solo al maschile, secondo la tradizionale mentalità androcentrica del passato, ma anche al femminile, accostando i due generi. All'interno di questo vocabolario ci sono anche le parole offensive, le parolacce, senza nessuna censura, ma con l'avvertimento che quella parola, se usata, può offendere o ledere i diritti di chi ascolta: insomma abbiamo voluto proporre un vocabolario che sia anche educativo. Abbiamo cercato di rinnovare questo utile e prezioso strumento, rendendolo più comprensibile, attrattivo e interessante". (di Giselda Curzi)