Archiviata dal plenum del Csm la pratica sottoscritta lo scorso febbraio dai consiglieri laici del centrodestra per il trasferimento d'ufficio per incompatibilità ambientale del procuratore di Roma Francesco Lo Voi. La prima commissione di Palazzo Bachelet, dopo la richiesta dei consiglieri Isabella Bertolini, Claudia Eccher, Daniela Bianchini, Felice Giuffré e Enrico Aimi di apertura della pratica in cui paventavano la compromissione dei rapporti istituzionali tra la procura di Roma e le Agenzie dell’intelligence dopo il “caso Caputi”, al termine dell’attività istruttoria ha portato all’attenzione del plenum la delibera con la proposta di archiviazione “non essendovi provvedimenti di competenza da adottare”. Delibera votata questa mattina a maggioranza con sei voti contrari e un’astensione. Un voto preceduto da un dibattito partito dalle dichiarazioni della laica in quota Fratelli d’Italia Isabella Bertolini che ha votato contro l’archiviazione di Lo Voi. “Secondo il mio parere - ha detto Bertolini - la Commissione non ha svolto un’attività istruttoria sufficiente per chiarire i fatti. Una segnalazione che riguardava un grave incidente istituzionale che coinvolge i servizi di sicurezza della nostra Repubblica, la procura di Roma e i giornalisti del quotidiano Il Domani. Una vicenda che è stata anche oggetto di interesse da parte del Copasir”.
Sulla stessa linea la consigliera laica Claudia Eccher, in quota Lega, “sottesa a questa vicenda c’è una frizione fra poteri dello Stato: l’intelligence che accusa la procura di non aver protetto documenti segreti. Trovo che sia una vicenda di assoluto rilievo. L’intelligence e la procura devono avere la piena fiducia reciproca. Io credo che ci siano seri profili di incompatibilità ambientale che noi avremo avuto e abbiamo il dovere di vagliare” ha sottolineato dichiarando il suo voto contrario all’archiviazione della pratica. Alle consigliere Eccher e Bertolini ha replicato il consigliere togato di AreaDg Marcello Basilico: “Ancora una volta ci troviamo di fronte a una pratica ex articolo 2 che viene strumentalizzata in plenum. Per farci cosa? Un polverone? Politica? Cosa dovremmo accertare? La commissione di un reato che non ha ancora accertato la procura di Perugia? Come se tutto questo fosse nella competenza del Consiglio. Sono sconcertato e veramente amareggiato. Parliamo di magistrati che devono agire con la fiducia dei cittadini e il Consiglio non è qui per togliere o tagliare da sotto i piedi dei magistrati la fiducia, è qui - ha rimarcato Basilico - per dare la fiducia, salvo che ci siano rigorosi accertamenti, non notizie di stampa, rigorosi elementi per dire che questi colleghi non meritano fiducia. Giocare a questo gioco al massacro non è cosa da Consiglio superiore della magistratura”.
Nel dibattito è intervenuto anche il consigliere indipendente Andrea Mirenda. “Di cosa stiamo parlando? Di rivelazione di segreto? Ma non è così, con tutto il rispetto per quello che dovrà fare l’autorità perugina. Vogliamo usare un’arma da guerra come l’articolo 2 - ha spiegato Mirenda - per una vicenda così minimale? Se si creasse un precedente in questo senso, tutte le volte in cui scappano nei fascicoli atti, copie che non dovrebbero esserci o che possono essere viste e non estratte potremmo muovere l’intera comunità di magistrati. Abbiamo semplicemente un’estrazione di copia e da questo dovremmo fondarne una valutazione di incompatibilità ambientale del procuratore?”.