'Vivere da adolescenti', Demopolis traccia il ritratto di una nuova generazione di giovani pragmatica e sorprendente

'Star bene con se stessi e con gli altri' è il desiderio della maggioranza di loro

Come vivono gli adolescenti, cosa desiderano e le loro scelte future nell'indagine Demopolis.
Come vivono gli adolescenti, cosa desiderano e le loro scelte future nell'indagine Demopolis.
18 novembre 2025 | 20.03
LETTURA: 5 minuti

Se un terzo degli adolescenti "guarda con pessimismo al proprio futuro nell’intero Paese, il dato sale di 10 punti (43%) fra le ragazze ed i ragazzi che vivono in aree più 'difficili', periferie e zone in deficit di servizi". Differenze che emergono anche rispetto agli ambiti delle opportunità di relazione tra pari, di praticare attività sportive o ricreative, di sentirsi sicuri, che segnano una crescita in salita per i giovani che abitano in are più difficili rispetto ai loro coetanei. Non si tratta 'solo' di una questione di servizi. Gli adolescenti che oggi stanno nelle periferie o in quartieri difficili sono "privati della fiducia: verso il prossimo, ma anche nel futuro".

Sono alcuni dei dati emersi dall’indagine promossa da Con i bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile e condotta dall’Istituto Demopolis in occasione della Giornata internazionale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza del 20 novembre. L’indagine, oltre al focus sulle periferie, ha posto l’attenzione anche sulle percezioni dell’opinione pubblica, e dei genitori con figli minori in particolare, sulle opportunità di crescita dei più giovani.

Il Report è importante perché "dà voce alla vita e ai desideri dei nostri adolescenti, spesso etichettati in modo negativo -commenta Marco Rossi-Doria, presidente di Con i bambini. "E' una generazione che chiede più spazio di socialità e autodeterminazione: nonostante le difficoltà non rinuncia ai propri sogni. Ascoltiamoli di più! Sono ragazzi e ragazze che pongono ai primi posti, tra le ‘cose importanti’ della vita, la famiglia e l’amicizia, ma anche lo star bene con sé stessi e che danno importanza all’amore in un tempo di conflitti e di odi. Non è davvero poca cosa. Stanno dicendo cose che servono anche ai loro genitori e nonni, a noi tutti".

Dare fiducia ai giovani e ascoltarli

Quasi 7 adolescenti su 10 trascorrono il tempo libero a casa. Una generazione che denuncia scarse opportunità di relazioni tra pari, soprattutto tra ragazzi chi vivono nelle aree difficili. Le opportunità di incontrare amici nel quartiere sono ritenute sufficienti da appena il 36% degli adolescenti nelle periferie e aree più vulnerabili, un quarto in meno dei loro coetanei che vivono in altre zone (61%). "Le nostre città sono divise a metà, narrano due luoghi molto diversi. Ogni azione positiva delle comunità educanti è una benedizione che va sostenuta da parte della politica. È tempo di dare loro opportunità, risorse e prospettiva- sostiene Rossi-Doria".

Le diverse analisi, condotte a partire dal 2019, hanno valutato quale motore fondamentale di relazioni e crescita siano le attività extrascolastiche. Ma l’eventualità che in Italia i 14-17enni le pratichino non è scontata e risulta talora residuale: il 72% non svolge attività o laboratori musicali, artistici o teatrali; oltre un terzo (35%) non pratica alcuna attività fisica o sportiva, con un dato che cresce fra le ragazze fino al 48%. Ma la possibilità di praticare attività extrascolastiche nel proprio quartiere di residenza non vale per tutti gli adolescenti allo stesso modo. Nelle zone 'difficili' la dimensione di opportunità dichiarata dai ragazzi residenti crolla di oltre 30 punti, sia per le attività ludiche e culturali che per lo sport.

"La dimensione del contesto urbano in cui si vive -spiega il direttore di Demopolis Pietro Vento- pesa parecchio. La ricerca ha evidenziato le differenti opportunità e prospettive degli under 18 nel nostro Paese: le periferie e i quartieri difficili delle città italiane non sottraggono 'solo',servizi ed opportunità, ma anche ottimismo e fiducia. Secondo gli adolescenti intervistati, le città italiane non sono a misura di minori: meno della metà del campione analizzato ritiene che siano adeguati spazi verdi, scuole, strutture per lo sport, trasporti pubblici. Meno del 30% valuta sufficienti la sicurezza urbana, la qualità dell’aria, i servizi sociali. E, fra i ragazzi che dichiarano di vivere in periferie e quartieri disagiati, le valutazioni scendono di oltre 10 punti per tutte le variabili analizzate: oltre i 2/3 ritengono inadeguati servizi sociali e sanitari, occasioni per il tempo libero, sicurezza urbana".

Cosa vorrebbero in più? Le risposte sono pragmatiche e sorprendenti

Cosa desidererebbero di meglio nel proprio quartiere? Le risposte sono pragmatiche: "serve ripartire dai prerequisiti minimi, ossia occorrono luoghi per incontrarsi con gli amici o fare nuove amicizie (44%), ma anche maggiore pulizia (43%) e sicurezza nella propria zona (40%), con dati che si inaspriscono nei quartieri più complessi e nelle periferie delle grandi città. Vivere al sicuro per gli adolescenti italiani non è infatti scontato.

Il 43%, quando si trova fuori casa, teme di poter essere vittima di molestie, violenza o bullismo, con un dato che sale al 59% nei quartieri difficili ed al 63% fra le ragazze italiane nel complesso. Fra i genitori, il timore per i figli raggiunge il 77%. Ma esistono differenze significative, tra adolescenti e adulti, nella percezione degli episodi di violenza fra giovani o da parte di baby gang: sono sempre più frequenti per il 46% della popolazione, mentre tra gli adolescenti il dato è sensibilmente inferiore (26%).

Quanto alla graduatoria delle 'cose importanti della vita' stilata dai ragazzi vede ai primi posti la famiglia (78%) e l’amicizia (72%), come dimensioni centrali dell’esistenza. Ma sul podio gli adolescenti fanno salire anche il 'benessere psicologico', lo stare bene con se stessi, a pari merito con l’amore (62%). Mentre un quarto dei giovani intervistati dichiara di non essere mai stato -nell’ultimo anno- ottimista verso il futuro, né fiducioso verso gli altri, con un dato che cresce di 10 punti fra i residenti nei quartieri più difficili.

Da adulti vorrebbero fare i medici, gli influencer e gli imprenditori

Infine, che fare da grandi? Quasi un quarto sogna di poter divenire medico o di lavorare nelle professioni sanitarie, il 18% vorrebbe divenire influencer o youtuber. Pragmaticamente, in misura significativa, viene citata dall’11% anche l’opzione di poter lavorare nelle forze dell’ordine o di divenire insegnanti o educatori. Per il futuro il primo fra i desideri menzionati è lo "star bene": con loro stessi innanzi tutto, afferma il 74%. Ma anche economicamente, dicono quasi 6 su 10. Il 58% aspira alla realizzazione lavorativa ed il 55% si augura per di poter essere in salute.

Per i ragazzi da 0 a 18 anni è stato avviato "Organizziamo la speranza", ricorda Rossi-Doria, "un grande cantiere educativo per cambiare in positivo la vita di bambini e adolescenti che vivono nelle grandi periferie, mettendo insieme tutti gli attori pubblici e privati (scuole, parrocchie, centri sportivi, municipalità per dare nuove prospettive a cittadini e famiglie, a un’intera generazione che è molto meglio di quanto si pensi".

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL

threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram

ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza