L'asset viene scambiato a circa il 25% in meno rispetto al picco di inizio ottobre. Calano nell'ultima settimana anche le altre principali criptovalute.
Questa settimana richiederà agli investitori in criptovalute accurate analisi per valutare la fragilità a breve termine di due forti segnali di consolidamento a lungo termine. Da una parte, una banca centrale (quella ceca) sta testando l’inserimento del Bitcoin nel proprio bilancio. Dall’altra uno dei più importanti operatori di allocazione al mondo ha reso un prodotto negoziato in borsa (Etp) basato sul Bitcoin la sua più grande partecipazione azionaria statunitense. “L’andamento dei prezzi di mercato è debole – fa notare Dovile Silenskyte, Digital Assets Research di WisdomTree, intervistato dall’Adnkronos -, ma l’adozione strutturale non lo è.
La decisione della Banca nazionale ceca di lanciare un portafoglio pilota basato su blockchain del valore di 1 milione di dollari, contenente Bitcoin, una stablecoin in dollari e un deposito tokenizzato, “rappresenta un passo significativo nella sperimentazione della gestione delle riserve da parte delle banche centrali – sottolinea l’esperto -. Sebbene formalmente separato dalle sue riserve ufficiali, questo è il primo caso in cui un'autorità monetaria vicina al G20 utilizza il bitcoin nella propria infrastruttura di bilancio”.
Molteplici gli obiettivi del programma, testare i flussi di lavoro di custodia, l'interoperabilità dei pagamenti e i meccanismi di gestione del portafoglio, che “riprendono direttamente i temi sollevati da altre banche centrali di medie dimensioni in recenti sondaggi della Banca dei Regolamenti Internazionali”. Nel frattempo, la posizione di 443 milioni di dollari dell'Università di Harvard in un Etp fisico su Bitcoin, che ora rappresenta circa il 20% del suo portafoglio azionario quotato negli Stati Uniti, spinge l'impegno istituzionale verso una nuova soglia: “I fondi di dotazione in genere allocano lentamente e utilizzano benchmark con cautela – spiega Silenskyte -. Un posizionamento di questa portata segnala una visione strategica, e non opportunistica, del rendimento a lungo termine e del profilo di diversificazione del Bitcoin”.
Attualmente il Bitcoin “viene scambiato a circa il 25% in meno rispetto al picco raggiunto all'inizio di ottobre”. Anche le principali criptovalute “hanno registrato un calo del 10-16% nell'ultima settimana, ma la volatilità realizzata su 90 giorni del Bitcoin rimane contenuta intorno al 38%, indicando un ritracciamento ordinato e non determinato da una capitolazione”.
Gli investitori dovrebbero aspettarsi “una volatilità bidirezionale”, determinata principalmente dalla situazione a livello macroeconomico e “dalla direzione dei flussi verso gli Etp”. La sperimentazione delle banche centrali e la forte esposizione dei fondi di dotazione “aumentano il livello minimo di convinzione a lungo termine”. “Un attento monitoraggio delle condizioni di liquidità, degli sviluppi normativi e di eventuali ulteriori comunicazioni istituzionali sarà fondamentale per valutare se il sentiment si stabilizzerà da questo punto in poi” conclude.