Saranno battuti all'asta da Propstore a Los Angeles nella vendita di primavera 2026
A mezzo secolo dall'uscita di "Lo squalo", due oggetti di scena divenuti iconici per i fan del film di Steven Spielberg tornano a vedere la luce: un lanciatore di arpioni e una canna da pesca utilizzati realmente sul set saranno battuti all'asta da Propstore a Los Angeles nella vendita di primavera 2026.
Negli anni '70, quando gli studi hollywoodiani attraversavano una fase di difficoltà finanziaria, migliaia di costumi e accessori vennero ceduti per recuperare liquidità. Quella stagione di 'svendite' contribuì inconsapevolmente alla nascita del collezionismo di cimeli pop che oggi anima un mercato milionario, capace di spingere manufatti legati ai grandi franchise verso cifre da record, come dimostra il recente risultato di 3,9 milioni di dollari per il dipinto usato nel primissimo poster di "Star Wars".
Il pezzo forte della prossima asta è il lanciatore di arpioni W.W. Greener Mark II impugnato da Quint (Robert Shaw) e Matt Hooper (Richard Dreyfuss) nella concitata caccia allo squalo. L'arma è accompagnata dalla sua custodia verde originale, logorata dall'uso, e da un "shark dart". Il lotto, completamente riconosciuto tramite screen-matching, è stimato tra 250.000 e 500.000 dollari. Per confronto, nel 2015 un altro arpione di Quint era stato venduto per 84.000 dollari. Il secondo cimelio è la canna da pesca Fenwick utilizzata da Quint, Hooper e dallo sceriffo Brody (Roy Scheider) nella scena in cui i protagonisti iniziano a percepire la reale immensità della creatura che si aggira sotto la barca. La canna, completa di mulinello da produzione, è stimata tra 75.000 e 150.000 dollari.
Il 2025 segna il 50esimo anniversario del blockbuster "Lo squalo" che per primo superò negli Stati Uniti la soglia dei 100 milioni di dollari al box office. Nonostante lo status mitico del film, il suo mercato collezionistico non ha mai raggiunto le cifre stellari di "E.T." o "Indiana Jones": il record rimane quello del 2018, quando un ciak decorato con denti di squalo fu aggiudicato per 128.000 dollari.
La relativa scarsità dei cimeli è uno dei fattori principali: "Lo squalo" non era un film ricco di oggetti di scena fantasiosi e le difficili riprese al largo di Martha's Vineyard provocarono la distruzione di gran parte dell'attrezzatura, tra acqua salata, stunt e problemi tecnici ai celebri squali meccanici.
I due oggetti sono stati affidati all’asta da un professionista del settore che aveva acquistato l'arpione nel 1990, quando era semplicemente catalogato come accessorio proveniente da uno studio hollywoodiano, senza alcun riferimento al film. Oggi Propstore ne ha confermato l'autenticità con un meticoloso lavoro di confronto con le immagini del film. "Negli anni '70 non si attribuiva grande importanza alla conservazione di costumi e props. Erano considerati un prodotto accessorio della produzione, non materiali da collezione", ha spiegato Brandon Alinger, amministratore delegato di Propstore. "Sono i 50 anni trascorsi a trasformarli in veri e propri tesori culturali". Proprio per celebrare l'anniversario, l'Academy Museum of Motion Pictures di Los Angeles ha inaugurato quest'anno una grande mostra dedicata al film di Spielberg, con 200 oggetti storici e dietro le quinte, tra cui l'unico modello di squalo superstite e gli schizzi originali dell'artista Roger Kastel. (di Paolo Martini)