Quest’anno, nel foyer dove capitalismo e spettacolo si incontrano, il secondo ha un nome lunghissimo: l'aggregazione Mps-Mediobanca, il convitato di pietra del risiko bancario. E il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, è il primo a smarcarsi.
Alla Prima della Scala ci si arriva con un'unica certezza sugli argomenti: quello di cui si può parlare e quello che è meglio evitare. Quest’anno, nel foyer dove capitalismo e spettacolo si incontrano, il secondo ha un nome lunghissimo: l'aggregazione Mps-Mediobanca, il convitato di pietra del risiko bancario. Il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, è il primo a smarcarsi dalla domanda dei cronisti sul documento Consob di ieri: "Non leggo, oggi sono in festa". Il secondo è Marco Osnato, presidente della Commissione Finanze della Camera, che dribbla con il sorriso: "Dopo tanti concerti finalmente l'opera". Il terzo è il sottosegretario all'Economia, Federico Freni, che sempre all'AdnKronos dice ridendo: "Questo è un meraviglioso concerto, l'unico che ci piace". L'eccezione alla regola c'è sempre, si chiama Corrado Passera (fondatore di Illimity) che benedice l'operazione: "L'aggregazione Mps-Mediobanca ha senso industriale, mettendo assieme una realtà commerciale con una banca di investimento". Punto e a capo.
L’altro grande tema che anima i salotti della Prima è il futuro dell’economia italiana. Giovanni Bazoli, presidente emerito di Intesa Sanpaolo, procede con la calma del decano: "In Italia occorre mantenere la fiducia a qualunque costo". Un messaggio positivo arriva anche dal mondo dell’economia reale, con l’imprenditrice Diana Bracco che definisce l’Italia un Paese che lotta e lavora per crescere. "Abbiamo anche dei bellissimi numeri, pensiamo allo spread, che non è mai stato così basso". Inoltre, "non è vero che le industrie non si danno da fare», ha sottolineato, portando come esempio la sua azienda: "Stiamo lavorando moltissimo e crescendo moltissimo e dappertutto".
Ancora più ottimista Corrado Passera, che riconosce sulla manovra del governo: "Giorgetti è stato prudente, correttamente prudente. In questo momento di grande incertezza a livello internazionale occorre evitare che l'Italia sia considerata un Paese a rischio". Ma subito rilancia: "Per aspettarci la crescita nel lungo periodo occorrono riforme, investimenti in innovazione, un sistema sanitario che si adegui all'età media della popolazione. Occorre puntare sulla scuola e guardare agli investimenti di lungo periodo".
Non è ovviamente la Prima volta e non sarà l’ultima in cui la Scala diventa anche palcoscenico dell'economia, ma è sicuramente la seconda che lo è del risiko bancario. Basti ricordare il passato prossimo: l’anno scorso l’ad di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, aveva toccato lo stesso tema, citando la Forza del destino di Verdi, allora il tema era il Banco stretto tra Unicredit e Credit Agricole: “Fuggisti lo straniero di te indegno. A me lascia la cura dell'avvenir”. Un riferimento non casuale ai “troppi stranieri, troppi che lo vogliono salvare”. La sua battuta — “Meglio salvarsi da soli” — non era passata inosservata, sullo sfondo della battaglia per l’indipendenza di Banco Bpm, tra cavalieri bianchi e poison pill. La citazione della Forza del Destino - è noto - la fortuna che ha portato a Unicredit, resta invece aperto il capitolo Crédit Agricole (di Andrea Persili)