Referendum, l'ex pg Salvato: "Io per il sì? Come nel corso di un processo capita di cambiare idea"

Referendum, l'ex pg Salvato:
21 dicembre 2025 | 20.05
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“Come in un processo capita di avere un'idea all'inizio e una diversa alla fine così è successo per la riforma della giustizia”. Usa questo parallelo l’ex procuratore generale della Corte di Cassazione Luigi Salvato, tra i soci fondatori del Comitato nazionale “Sì Riforma”, nel rispondere interpellato dall’Adnkronos alle polemiche dopo il suo impegno a favore della riforma rispetto ai dubbi sollevati quando era ancora al vertice della Procura presso la Suprema Corte.

“Quando si riveste una carica istituzionale, come l’occupavo all’epoca - spiega Salvato riferendosi all’intervista rilasciata lo scorso gennaio in cui esprimeva critiche alla riforma – occorre anche farsi portavoce degli umori di tutti quelli che fanno parte dell’Istituzione che si rappresenta. Ero, quindi, tenuto a far trasparire le problematicità, soprattutto in una fase in cui la riforma era ‘in itinere’. Avevo espresso dubbi sulla riforma, ma non certo con l’intento di chiudere alla stessa, bensì all’interno di un dialogo, avviando un percorso di analisi e approfondimento. Successivamente - chiarisce l’ex magistrato - ho avuto modo e tempo di fare questo lavoro. Ho studiato, partendo da uno schema con i testi a fronte su due colonne, su una le norme vigenti e sull’altra quelle modificate dalla riforma. Dal confronto testuale emerge chiaro che il pubblico ministero resta un magistrato, continua a far parte di un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere, alla sua carriera resta preposto il Csm e continua a godere delle stesse garanzie di cui gode oggi”.

“Già davanti alla prima commissione della Camera in audizione il 23 luglio 2024 ho motivato le ragioni per le quali, a mio avviso, la riforma non intacca i principi della Costituzione materiale e non viola norme o principi dell’Unione Europea o del Consiglio d’Europa e, quindi, ritenevo infondata la pregiudiziale opposizione alla riforma”, spiega Salvato. “Secondo me questo non è un referendum politico ma sulla Costituzione, che interessa tutti e si dovrebbe votare a prescindere dallo schieramento”, sottolinea Salvato che chiarisce di essersi determinato a far parte dei soci fondatori del Comitato Sì “da cittadino”, per contribuire attivamente al dibattito e sostenere le ragioni del “Sì”.

Uno dei punti più controversi è quello del sorteggio per i componenti togati dei due Consigli Superiori ‘disegnati’ dalla riforma. “Il sorteggio va bene - sostiene Salvato - Per i magistrati la regola dell'uno vale uno è stabilita dalla Costituzione attuale che dice che i magistrati si distinguono soltanto per diversità di funzioni, e ciò tenuto altresì conto delle competenze del Csm. È proprio questo principio che ha portato a superare la discrezionalità nell'assegnazione dei processi, che oggi avviene in modo automatico”. E alle critiche alla sezione disciplinare risponde: “Ho fatto disciplinare dal 2013 e sono stato titolare dell’azione disciplinare per due anni e otto mesi e non posso che dare atto, senza equivoci, che la giurisdizione disciplinare del Consiglio Superiore ha sempre dimostrato di non essere domestica e di essere giusta. Questo non toglie però che può essere modificata. L’Alta Corte non fa male perché rafforza l’immagine di terzietà e imparzialità, permetterà di eliminare gli equivoci sulla finalità della responsabilità disciplinare, assicurando una chiara distinzione dai profili inerenti alle valutazioni ed alla professionalità. Si permette, inoltre, così di eliminare gli equivoci derivanti dalla commistione di funzioni e le incompatibilità solo in parte rimediate dalla Riforma Cartabia: si potranno separare i profili che riguardano la professionalità da quelli disciplinari che nell’immaginario collettivo vengono confusi proprio per questa concentrazione in capo al Consiglio Superiore”.

L’Alta Corte, dunque secondo l’ex pg della Cassazione “rafforza la fiducia nella magistratura e serve a eliminare ogni confusione fra profilo disciplinare, deontologico e professionale”. Per Salvato, questa riforma “fa solo bene a tutti. Sono convinto che aiuti nell'immagine di terzietà del giudice”.

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