Usa, Trump esce dall'Unesco: "È anti-americana, anti-israeliana e woke"

La decisione del presidente degli Stati Uniti

Donald Trump - Afp
Donald Trump - Afp
22 luglio 2025 | 15.18
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Donald Trump esce dall'Unesco, denunciando posizioni anti-americane, anti-israeliane e un'agenda 'woke', termine caro alla destra americana per stigmatizzare la cultura liberal. L'annuncio ufficiale è stato fatto da una portavoce del dipartimento di Stato, "la continua partecipazione nell'Unesco non è nell'interesse nazionale degli Stati Uniti", dopo le anticipazioni date al New York Post dalla Casa Bianca.

Dal dipartimento di Stato si afferma che l'agenzia Onu per la cultura e l'Istruzione è di parte e promuove cause "divisive". La mossa arriva dopo che a febbraio Trump aveva ordinato una revisione di 90 giorni sulla presenza di Washington nell'Unesco. Al termine della revisione, l'amministrazione Trump ha stabilito l'incompatibilità con le politiche a tutela della diversità, equità e inclusione, e anche quella che definisce posizioni di parte pro Palestina e pro Cina.

"Il presidente Trump ha deciso di ritirare gli Stati Uniti dall'Unesco, che sostiene cause culturali e sociali woke e divisive, che sono completamente non in linea con la politica del buon senso per la quale gli americani hanno votato a novembre", ha dichiarato al Post la vice portavoce della Casa Bianca, Anna Kelly.

La risposta dell'Unesco

Il direttore generale dell'Unesco, Audrey Azoulay, deplora "la decisione del presidente Donald Trump di ritirare nuovamente gli Stati Uniti dall'Unesco". "Per quanto deplorevole, questo annuncio era atteso e l'Unesco si è preparata", aggiunge la Azoulay in una dichiarazione.

La decisione confermata oggi da Washington sarà effettiva a partire dal 31 dicembre del prossimo anno, precisa anche la dichiarazione di Azoulay diffusa dall'Unesco. "Questa decisione contraddice i principi fondamentali del multilateralismo e potrebbe avere ripercussioni soprattutto per molti nostri partner negli Usa", afferma il direttore generale nella dichiarazione ricordando quanto già accaduto nel 2017 e precisando che negli ultimi anni "abbiamo intrapreso importanti riforme strutturali e diversificato le nostre fonti di finanziamento".

Ora, puntualizza, il "contributo finanziario" degli Stati Uniti "rappresenta l'8% del bilancio dell'Organizzazione", che è "meglio tutelata in termini finanziari, con il sostegno costante di un gran numero di Stati membri e contributi privati". "Questi contributi volontari sono raddoppiati dal 2018 - evidenzia - Nonostante il primo ritiro del presidente Donald Trump nel 2017, l'Unesco ha intensificato gli sforzi per intervenire ovunque la sua missione potesse contribuire alla pace e ha dimostrato la natura cruciale del suo mandato".

"Le ragioni avanzate dagli Stati Uniti per il ritiro dall'Organizzazione sono le stesse di sette anni fa, anche se la situazione è molto cambiata - prosegue nella dichiarazione - Queste affermazioni contraddicono anche la realtà dell'impegno dell'Unesco, in particolare per quanto riguarda la dicattica sull'Olocausto e la lotta all'antisemitismo". L'Unesco, evidenzia, "è l'unica Agenzia delle Nazioni Unite responsabile per queste questioni e il suo lavoro è stato acclamato all'unanimità dalle grandi organizzazioni specializzate come lo United States Holocaust Memorial Museum, il World Jewish Congress e la sua sezione americana, l'American Jewish Committee (Ajc)". "L'Unesco continuerà a portare avanti queste missioni nonostante le risorse inevitabilmente ridotte", conclude, assicurando che proseguirà il lavoro "con i nostri partner americani nel settore privato, accademico, delle organizzazioni senza scopo di lucro e continueremo il dialogo politico con l'Amministrazione Usa e il Congresso".

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