Tumori, disponibile nuovo trattamento con Jak inibitore per mielofibrosi

Negli studi momelotinib ha dimostrato di ridurre sintomi splenomegalia e trasfusioni
Negli studi momelotinib ha dimostrato di ridurre sintomi splenomegalia e trasfusioni
'Controllando l'anemia per i pazienti significa tornare alla quotidianità e dipendere meno dal caregiver'
'Migliora i livelli di emoglobina, controlla la splenomegalia e i sintomi
'In Italia tra 500 e 600 nuovi casi di mielofibrosi diagnosticati ogni anno'
“Momelotinib ha la caratteristica di andare a controllare degli aspetti di malattia, in particolare l'anemia, che non sono controllati da altri farmaci della categoria dei Jak inibitori”. Così Maria Sofia Rosati, direttore medico Oncoematologia di Gsk, a margine della conferenza stampa organizzata a Milano dalla farmaceutica in occasione del via libera di Aifa alla rimborsabilità di momelotinib, inibitore selettivo delle proteine JAK1 e JAK2, per il trattamento della mielofibrosi, un tumore parti...
“Lo studio Momentum, che randomizzava pazienti che avevano ricevuto ruxolitinib ed erano anemici a ricevere momelotinib verso danazolo, una terapia ormonale androgenica che utilizziamo oggi per il controllo dell’emoglobina, ci ha consentito di ottenere un rate di indipendenza a 24 settimane del 30% verso meno del 20% con la terapia standard”. Lo afferma Francesco Passamonti, professore di Ematologia dell’università di Milano, a margine della conferenza stampa organizzata a Milano da Gsk in occasi...
“La mielofibrosi, che può essere primaria o rappresentare l’evoluzione di una precedente neoplasia mieloproliferativa cronica, è considerata un tumore raro del quale è difficile rilevare la reale incidenza. Si stima ci siano circa 500-600 nuove diagnosi ogni anno in Italia. È una malattia importante e la sopravvivenza mediana globale è di 6-7 anni, anche se l’introduzione dei Jak inibitori ha portato un miglioramento nella sopravvivenza globale della malattia”. Lo spiega Alessandro Vannucchi, pro...
“Una terapia gestibile in autonomia dal paziente, con un ricorso meno frequente al day hospital è sicuramente un grande progresso nel nostro campo. Non sappiamo ancora quanto incida sulla quantità della vita ma anche la qualità di vita ha una ricaduta importante”. Queste le parole di Antonella Barone, presidente dell'Associazione italiana pazienti con malattie mieloproliferative (Aipamm), a margine della conferenza stampa organizzata a Milano da Gsk per parlare del trattamento della mielofibrosi,...