
Francesco Moser, ciclista italiano con il maggior numero di successi, e Davide Cassani, ex commissario tecnico della Nazionale maschile di ciclismo su strada, leggono l'edizione 108 della Corsa Rosa
"Sarà un Giro d'Italia molto duro perché ci sono tante salite, direi che quest'anno più che mai è una corsa per scalatori con le cronometro che sono solo due, quindi non penso che influenzeranno troppo. Certamente è un peccato non vedere Pogacar in Italia ma sono presenti dei vincitori del Giro come Carapaz, Bernal, Hindley, ma penso che i favoriti siano Roglic e Ayuso perché il primo ha l'esperienza mentre il secondo è un talento in rampa di lancio". Così all'Adnkronos il ciclista italiano con il maggior numero di successi Francesco Moser, commentando il Giro d'Italia 2025 che partirà domani da Durazzo, in Albania.
"Alla fine il Giro è sempre il Giro, una corsa bellissima ricca di sorprese, dipende come sempre dalle strategie delle squadre e dei ciclisti quindi è difficile fare pronostici, anche perché sono finite le classiche e comincia una parte di stagione diversa, con i grandi Giri".
Moser ha spiegato anche che la prima tappa che potrebbe fare selezione è quella di Tagliacozzo: "La settima, il 16 maggio, perché termina la prima settimana di corsa in salita e potrebbe mettere in difficoltà subito qualcuno. Poi sicuramente da quel momento la corsa entrerà nel vivo salendo, dalla Toscana e il Veneto arrivando fino in Trentino. Le tappe più difficili? Le ultime in Valle d'Aosta e in Piemonte".
Il Giro ai blocchi di partenza è stato commentato all'Adnkronos anche da Davide Cassani, ex ciclista e dal 2014 al 2021 commissario tecnico della Nazionale italiana maschile di ciclismo su strada: "Quest'anno sarà un Giro incerto perché ci sono tante salite, soprattutto nella terza settimana. Forse la corsa nei primi 10 giorni è meno proibitiva rispetto al passato ma nell'ultima settimana ci sono salite interessanti, secondo me il Giro non si decide prima del Colle delle Finestre. Nel 2018 il Giro è stato stravolto dall'attacco di Froome proprio lì quindi bisognerà aspettare fino all'ultimo per capire i rapporti di forza. Favoriti? Per me sono Roglic e Ayuso perché il primo ha già vinto la corsa e ha molta esperienza, il secondo è talentuoso e fa parte di una grande squadra. Poi ce ne sono altri: di Carapaz se ne parla poco ma ha sempre fatto bene, Hindley dovrà correre pensando a Roglic, infine Yates potrebbe essere una valida alternativa ad Ayuso e ricordiamo che da gregario è arrivato terzo al Giro".
Le possibili sorprese? "Il vincitore del Tour of the Alps 2025 Storer è stato bravo e penso arrivi in forma, poi c'è Arensman della Ineos che potrebbe sorprendere. Infine c'è Bernal: lui ha già vinto il Giro, da quando si è infortunato - a inizio 2022 è stato costretto a un lungo stop dopo un incidente stradale in cui ha riportato numerose fratture - non è più tornato ai suoi livelli ma potrebbe accadere". E per quanto riguarda gli italiani? "Oltre a Ciccone io direi che c'è anche Picanzoli per la top ten. Pellizzari sa quel che deve fare dato che è con Roglic ma può studiare il proprio capitano per vincere una corsa come il Giro. Infine Zana non penso possa lottare per una posizione per i primi cinque ma può fare un bel Giro" conclude l'ex ciclista vincitore di una tappa al Giro del 1991 e del 1993.
"Sarà un giro più aperto rispetto allo scorso anno vista l'assenza di Pogaçar, chiamato adesso cannibale, nome poco rispettoso nei confronti del vero cannibale Eddy Merckx, anche se quando corre, Pogaçar lo fa sempre per vincere. Sulla carta Roglic e Ayuso hanno le chance maggiori ma un altro candidato, a mio avviso, è il compagno di Ayuso, Adam Yates, che è un corridore con ottima esperienza a differenza dello spagnolo che in prospettiva è fortissimo ma poco esperto per una gara di tre settimane". Così Silvio Martinello, ex ciclista cinque volte campione del mondo, all'Adnkronos sul Giro d'Italia che partirà domani a Durazzo, in Albania.