
Roma 7 maggio – L'eco del Giubileo dei Lavoratori e degli Imprenditori ha risuonato con forza dopo le parole pronunciate da sua eccellenza monsignor Savino, vicepresidente della Cei, ponendo imprenditori e dirigenti di fronte a un bivio cruciale: costruire una nuova economia che non escluda ma includa, che non consumi, ma generi, che non sfrutti, ma custodisca. Fabio Storchi, presidente dell’Unione cristiana dirigenti ed imprenditori di Reggio Emilia, a conclusione dell’evento romano, che ha visto la partecipazione di oltre 500 rappresentanti del mondo imprenditoriale, lancia un monito chiaro: ‘in un'epoca di grandi cambiamenti economici, sociali e culturali, gli imprenditori cattolici devono riaffermare con chiarezza i valori fondamentali dell’impresa: la dignità del lavoro, la centralità della persona, la responsabilità sociale, la legalità e la giustizia. Non è più procrastinabile la scelta tra un'economia civile, orientata al bene comune, e un'economia focalizzata esclusivamente sul profitto. Il Giubileo ha rappresentato un’occasione per ribadire che l’impresa autentica non può ridursi ad una mera logica di profitto, ma deve riconoscere nei collaboratori la sua risorsa più preziosa. Serve coerenza di intenti e di azioni. La sfida odierna è chiara: scegliere da che parte stare, con la consapevolezza che la fede e l'azione imprenditoriale sono indissolubilmente legate nella costruzione di un futuro più giusto e sostenibile’.
Monsignor Savino ha ribadito con forza l'incompatibilità tra la fede cattolica e un sistema economico che "ammazza, genera scarti e distrugge la dignità della persona".
L'esortazione a farsi interpreti di "un'impresa che, attraverso il lavoro, contribuisca alla dignità delle persone" ha trovato una profonda risonanza tra i rappresentanti Ucid presenti alla cerimonia.
L’omelia di monsignor Savino ha affrontato altri nodi cruciali del presente: la sicurezza sul lavoro, i salari inadeguati al costo della vita e la necessità inderogabile di legalità come fondamento di giustizia. Un'economia che ignora questi principi, come ammonisce il Vicepresidente della Cei, mina le fondamenta stesse della democrazia, aprendo la strada a derive autocratiche.
L'immagine del presidente nazionale dell'Ucid, Gian Luca Galletti, che porta la croce lungo via della Conciliazione fino a San Pietro, diviene il simbolo di una chiamata pressante: ‘gli imprenditori cattolici sono chiamati a farsi carico della "croce di una completa revisione dei dogmi economici" che stanno conducendo a una crisi di principi dannosa per l'intera collettività. Questa revisione implica una coerenza radicale: l'adesione all'economia civile non può limitarsi a dichiarazioni di intenti, ma deve tradursi in prassi aziendali concrete, in un impegno costante per il benessere sociale, la tutela dell'ambiente e il progresso della comunità in cui l'impresa opera’ conclude Storchi.
Francesca Schenetti
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