
La decisione finale spetta al presidente degli Usa Trump. Scontato il sì del comitato: dei 27 Stati membri, solo l’Ungheria ha votato contro. Previsti dazi sull’import dagli States fino al 30%, per un totale di 93 miliardi di euro
Un accordo tra l'Ue e gli Usa è "a portata di mano", almeno secondo l'Ue che nel frattempo ha approvato contromisure che scatteranno il 7 agosto prossimo se non verrà nel frattempo siglato un accordo sui dazi. Von der Leyen: "Vogliamo soluzione negoziata con gli Stati Uniti, tutti gli strumenti sono sul tavolo".
L'Ue vuole trovare una "soluzione negoziata" con gli Usa alla disputa sui dazi commerciali, ma finché non verrà raggiunta, sottolinea la presidente della Commissione Europea, "tutti gli altri strumenti restano sul tavolo". "Dato che nel corso di tutte queste settimane - ha detto la presidente - il nostro obiettivo principale è stato raggiungere una soluzione negoziata, vogliamo una soluzione negoziata. Al momento abbiamo contatti e discussioni tecniche e politiche molto intense in corso, ma siamo molto chiari da settimane: anche se vogliamo una soluzione negoziata, tutti gli altri strumenti sono sul tavolo e rimarranno sul tavolo, finché non avremo un risultato soddisfacente", ha concluso.
L'accordo tra l'Ue e gli Usa sarebbe, dunque, "a portata di mano", almeno secondo la Commissione Europea. Lo dice il portavoce dell'esecutivo Ue al Commercio Olof Gill, durante il briefing con la stampa a Bruxelles, che durante la pausa estiva viene tenuto due volte alla settimana. "Posso solo ripetere che ora siamo concentrati sul trovare un accordo negoziato" con gli Usa, aggiunge.
La decisione sull'accordo sul tavolo, che prevede fondamentalmente dazi unilaterali Usa del 15% sulle importazioni dall'Ue, un livello comprensivo del 4,8% che deriva dalla clausola della nazione più favorita e non aggiuntivo, con qualche eccezione. La decisione finale spetta al presidente degli Usa Donald Trump.
Nel frattempo il comitato Barriere commerciali dell’Ue ha dato via libera oggi alle contromisure - come si apprende da fonti diplomatiche europee - che prevedono dazi sull’import dagli States fino al 30%, per un totale di 93 miliardi di euro. Dei 27 Stati membri, solo l’Ungheria ha votato contro, gli altri 26 a favore.
Il via libera nel comitato era scontato, poiché viene seguita la procedura ordinaria della comitatologia, o comitologia, che scatta quando alla Commissione sono stati conferiti poteri attuativi nel testo di una legge. In questi casi, anche per evitare di bloccare la macchina legislativa 'ordinaria' dell'Ue, la Commissione ha un grande potere, perché per arrivare alla bocciatura di un atto occorre una maggioranza qualificata contraria, e anche in questo caso la Commissione, in teoria, potrebbe adottarlo ugualmente.
La procedura prevede che, se una maggioranza qualificata (il 55% dei Paesi dell'Ue, che rappresentano almeno il 65% della popolazione totale dell'Ue) vota a favore dell'atto di esecuzione proposto, la Commissione deve adottarlo. Se una maggioranza qualificata vota contro l'atto proposto, la Commissione non può adottarlo. Se non c'è una maggioranza qualificata né a favore né contro l'atto proposto, la Commissione può adottarlo, oppure presentare una nuova versione modificata.
C'è una maggioranza qualificata a favore dell'uso dello strumento anti coercizione, che la Francia vorrebbe venisse usato subito, per avere uno strumento di pressione da far pesare nei confronti dell'amministrazione Trump. Di fatto, l'Ue ora aspetta che Trump decida.
Lo stato attuale dei negoziati sui dazi tra Unione europea e Stati Uniti prevede che Washington imponga una tariffa base del 15%, hanno rivelato fonti diplomatiche europee, specificando che la decisione finale è nelle mani del presidente Trump. L'accordo includerebbe anche la clausola Mfn (Nazione più favorita, pari al 4,8% per gli scambi Ue-Usa) con alcune esenzioni ancora da definire; in cambio, Bruxelles potrebbe ridurre i propri dazi a livello Mfn o allo 0% per alcuni prodotti.
Di un accordo commerciale al 15% sulle importazioni europee, sul modello dell'accordo che il presidente Usa ha raggiunto con il Giappone, aveva parlato poco prima anche il Financial Times affermando che Bruxelles potrebbe accettare i "cosiddetti dazi reciproci" per scongiurare la minaccia del presidente americano di portarli al 30% entro il primo agosto.
Il giornale finanziario aveva aggiunto che la Commissione avrebbe illustrato la bozza di intesa agli ambasciatori degli Stati membri, a seguito dei colloqui con gli americani. Da aprile gli esportatori europei stanno pagando dazi aggiuntivi del 10% sui beni inviati negli Usa, che si sono andati ad aggiungere alle tariffe già esistenti del 4,8%. I dazi del 15% previsti dal possibile accordo quindi comprenderebbero le tariffe attuali, e dunque Bruxelles, aggiungeva Ft, vedrebbe l'intesa come un modo per cementare lo status quo. Ed allo stesso tempo far abbassare al 15% i dazi attuali sulle auto che sono arrivati al 27,5%. Inoltre, l'eventuale accordo prevede esenzioni di dazi, da entrambe le parti, per alcuni prodotti, compresi aerei, alcolici e medicinali.
Ft citava anche una fonte Usa la quale affermava che la situazione rimane comunque fluida e soggetta a possibili cambiamenti. Mentre le altre fonti citate dal giornale sottolineano che la Ue continua a preparare il pacchetto di possibili dazi di rappresaglia, fissati al 30%, in caso che non si dovesse raggiungere l'accordo con Washington entro il primo agosto.
Dal canto suo Trump ha affermato che abbasserà "i dazi solo se un Paese accetta di aprire il suo mercato, altrimenti dazi molto alti". Nello stesso post su Truth Social ha inoltre affermato che con l'accordo commerciale raggiunto con Tokyo "ora i mercati del Giappone saranno aperti, per la prima volta. Sarà un boom per il business americano".