
"Di fronte ai tentativi di destabilizzare l’Unione europea, l’ultimo episodio è la Romania, è forte la tentazione di chiudersi", ma "la migliore risposta è quella di far rivivere l’epica del progetto europeo nella narrazione che facciamo del nostro percorso comune". Scrive così su Il Foglio Simona Ercolani, ceo e direttrice creativa Stand by me, citando il monologo di Roberto Benigni sulla Rai del mese scorso, che "ci ha ricordato che l’Unione europea è anche narrazione, racconto, poesia" e ha evidenziato "il ruolo di primo piano che i media audiovisivi possono avere nella costruzione di un’identità europea come inveramento e completamento dell’identità nazionale". E allora, prosegue, "serve una programmazione seria e di lungo termine che coinvolga tutti i paesi europei, una sorta di 'Schengen audiovisivo'".
Come realizzarlo? "In ambito audiovisivo, le coproduzioni sono uno strumento di integrazione formidabile, oltre a essere uno stimolo fortissimo all’export dei singoli paesi, anche se oggi sono minacciate dai dazi paventati da Trump. Ma non basta. Ciò che manca davvero all’Unione europea è una piattaforma transnazionale audiovisiva, che potremmo chiamare 'Epic -European Platform for Integrated Content'". Una piattaforma, continua "che possa mettere in comune, in modo gratuito, con sottotitoli in tutte le lingue dell’Unione, contenuti dei singoli paesi membri". "I costi di creazione e gestione sono piuttosto contenuti", prosegue, senza escludere "si possa prevedere eventualmente anche un sistema 'premium' a pagamento, per contenuti aggiuntivi, o altre forme di finanziamento attraverso la pubblicità". L'obiettivo "sarebbe quello di condividere con tutti gli europei la propria cultura audiovisiva".
"Sono soprattutto i programmi di approfondimento ad avere un ulteriore valore aggiunto - osserva - In tempi recenti, nessuna questione ha risvegliato di più l’epica dei valori europei come la lotta degli ucraini per la democrazia e per la libertà. La ricostruzione dell’Ucraina dovrà passare necessariamente anche dalla cultura". Ed "è molto incoraggiante vedere come sia già stato previsto un primo bando europeo per lo sviluppo e la produzione di opere audiovisive coinvolgendo i colleghi ucraini". E "sarebbe bello utilizzare" la Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina, prevista a luglio a Roma, "per ribadire l’importanza della collaborazione, anche in ambito audiovisivo, nella ricostruzione del paese" e per "lanciare 'Epic' e mettere a sistema le piattaforme nazionali già esistenti". "Così come è necessaria - conclude - una vera Difesa comune, è altrettanto necessario investire nella cultura per costruire insieme un immaginario condiviso".