Sigfrido Ranucci, da inviato di guerra al timone di Report: chi è il giornalista nel mirino

L'autore e conduttore di 'Report' è uno dei volti più noti del giornalismo d'inchiesta italiano

Sigfrido Ranucci (Ipa)
Sigfrido Ranucci (Ipa)
17 ottobre 2025 | 10.30
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Sigfrido Ranucci, giornalista, autore e conduttore di 'Report', è da decenni uno dei volti più noti del giornalismo d'inchiesta italiano. Nato a Roma 63 anni fa, il suo nome è oggi al centro delle cronache per il grave atto intimidatorio subito nella notte a Pomezia, dove due ordigni hanno distrutto la sua auto e quella della figlia. Un attentato che si inserisce in un lungo percorso professionale dedicato a svelare le zone d'ombra del potere.

Chi è Sigfrido Ranucci

Laureato in Lettere, Ranucci muove i primi passi nel giornalismo a 'Paese Sera' prima di approdare in Rai negli anni Novanta. La sua carriera nel servizio pubblico inizia al Tg3 e prosegue a Rai News 24, dove si specializza in complesse inchieste su criminalità organizzata e traffici illeciti, in particolare quello dei rifiuti.

A lui si deve il ritrovamento e la diffusione dell'ultima, storica intervista al giudice Paolo Borsellino, rimasta inedita per anni. La sua attività di inviato lo porta anche su fronti di guerra internazionali, dai Balcani al Medio Oriente, dove documenta violazioni dei diritti umani e l'uso di armi non convenzionali, lavori che gli valgono riconoscimenti come il Premio Ilaria Alpi e il Premiolino. Il suo nome è indissolubilmente legato a 'Report'. Entrato nel 2006 come coautore al fianco di Milena Gabanelli, ne diventa lo "storico braccio destro". Quando Gabanelli lascia la conduzione a fine 2016, il passaggio del testimone è naturale. Dal marzo 2017, Ranucci è autore e conduttore del programma di Rai3, raccogliendo un'eredità "pesantissima, ma bellissima". Sotto la sua guida, la trasmissione ha mantenuto il suo rigore, continuando a indagare su conflitti d'interesse e opacità del potere politico ed economico.

Un lavoro che ha un costo altissimo: 'Report' è da sempre bersaglio di un numero record di querele per diffamazione, spesso con richieste di risarcimento milionarie. Procedimenti che, nella quasi totalità dei casi, si sono conclusi con archiviazioni, ma che rappresentano una costante pressione. Lo stesso Ranucci ha più volte denunciato come questo "monte-querele" sia una forma di intimidazione che ostacola la libertà di stampa. L'attentato di Pomezia è l'ultimo di una lunga serie di minacce. Proprio pochi giorni fa, Ranucci aveva annunciato il ritorno di 'Report' dal 26 ottobre, ogni domenica su Rai3.

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