Caldo e cibo, l'Abc per l'anti-spreco alimentare

Unc: "Con l’arrivo della stagione estiva molti prodotti alimentari rischiano di rovinarsi più facilmente. Un valido aiuto arriva dalle etichette"

Latte (Foto )
Latte (Foto 123Rf)
25 giugno 2025 | 14.31
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Come ridurre lo spreco soprattutto quando le temperature aumentano? "Con l’arrivo della stagione estiva - spiega Massimiliano Dona, presidente Unc - molti prodotti alimentari rischiano di rovinarsi più facilmente. Un valido aiuto arriva dalle etichette. Iniziamo dalle basi: le diciture 'da consumarsi entro' e 'da consumarsi preferibilmente entro' non sono la stessa cosa. 'Da consumarsi entro' è una data di scadenza vera: dopo quella data il prodotto può diventare pericoloso. Vale per carne, pesce, latticini freschi. Non si scherza: scaduta, buttata".

"'Da consumarsi preferibilmente entro' è un termine minimo di conservazione, chiamato tmc. Vuol dire che dopo quella data il prodotto può perdere qualità - sapore, fragranza, vitamine - ma non è pericoloso. Pasta, biscotti, conserve: spesso sono buoni anche settimane dopo il tmc", dice.

"In estate - sottolinea - questa differenza è cruciale. Con l’aumento delle temperature anche i prodotti a lunga conservazione possono deteriorarsi prima. Ma se la pasta scaduta di una settimana fa sempre pasta, il latte scaduto di un giorno può rovinare l’estate. Ma veniamo al nodo dei primi caldi: frutta e verdura. Qui le etichette dicono poco e i nostri sensi devono dire tutto. Il problema è che spesso ci facciamo ingannare dall’aspetto. Quella pesca con una macchia marrone? Spesso è solo ammaccata, dolcissima dentro. I pomodori molli? Perfetti per il sugo. Le banane nere? Sono al top per un dolce".

"Con l’arrivo della bella stagione - fa notare Dona - tutto accelera. Una lattuga che a marzo dura una settimana, ora può andare male in tre giorni. Dare un’occhiata ai simboli di conservazione può aiutarci nella conservazione: quel termometro sull’etichetta non è decorativo. Vi dice a che temperatura tenere il prodotto per farlo durare. I formaggi freschi: meglio a 4 gradi, non negli sportelli del frigo che sono più caldi. L’olio: lontano da luce e calore, non vicino ai fornelli. I salumi: una volta aperti, consumare entro pochi giorni anche se la scadenza è lontana".

"E poi - avverte - c’è scritto sempre 'conservare in luogo fresco e asciutto'. Con i primi caldi 'fresco' non significa più 20 gradi di un appartamento, ma trovare il posto più fresco di casa. Allora come fare con l’arrivo della bella stagione? Prima regola: prepariamoci al cambio di ritmo. Comprate poco e spesso quando inizia a far caldo. Meglio tre viaggi al supermercato che un frigorifero stracolmo dove tutto marcisce insieme. Seconda regola: fidatevi dei vostri sensi oltre alle date. Annusate, guardate, toccate. Se sa di buono, è buono. Se puzza, via. Semplice. Terza regola: riorganizzate il frigo per l’estate che arriva. Le verdure nel cassetto apposito, i latticini nella parte più fredda, la frutta che non ha bisogno di freddo fuori dal frigo".

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