Caldo e l'effetto sui farmaci assunti: ecco a quali fare attenzione

"Prestare attenzione a come ci si sente per segnalare al medico di fiducia eventuali disturbi correlati"

Mauro Minelli
Mauro Minelli
03 luglio 2025 | 09.48
LETTURA: 3 minuti

L'Italia, e non solo, che boccheggia per il caldo e l'afa ma "le alte temperature interferiscono anche con altre condizioni, per esempio rendendo problematica l’assunzione dei farmaci. Alcuni medicamenti, infatti, possono rendersi responsabili di reazioni avverse se assunti quando fa caldo. Da qui la necessità di ponderare le terapie nelle giornate afose prestando attenzione ad eventuali disturbi fino a quel momento inediti". A fare il punto è Mauro Minelli, immunologo clinico e docente di Nutrizione umana dell'Università Lum. "Per quanto non sia facile individuare nitidamente i segnali premonitori di un’interferenza del caldo sulla terapia farmacologica in corso, i primi sintomi d’allarme - avverte - evidentemente non in precedenza percepiti, possono essere: nausea; stanchezza e mancanza di energia con difficoltà di concentrazione; mal di testa".

Le terapie. "Figurano, tra i medicinali da tenere d'occhio se assunti con il caldo: alcuni ipoglicemizzanti orali come ad esempio le glifozine; farmaci per le dislipidemie con particolare riferimento alle statine; antidolorifici contenenti caffeina; antinfiammatori non steroidei, con più diretto riferimento alle molecole di diclofenac; naprossene e ibuprofene; immunosoppressori come, ad esempio, apremilast, usato soprattutto nella patologia psoriasica; antibiotici, tra i quali soprattutto la tetraciclina; farmaci per il disturbo bipolare come, ad esempio, il litio; ma - elenca Minelli - anche altri farmaci antipsicotici come l’aloperidolo potenzialmente in grado di bloccare i segnali che indicano un surriscaldamento; farmaci anti-allergici, con particolare riferimento agli antistaminici in grado di perturbare i meccanismi della termoregolazione e ridurre la sudorazione; farmaci lassativi, in grado di provocare scompensi idro-elettrolitici quando assunti senza controllo; farmaci diuretici, in grado di potenziare gli effetti della sudorazione indotta dal calore e, dunque, in grado di indurre disidratazione, ipotensione e, talora, malori e lipotimie; betabloccanti e decongestionanti in grado di ridurre il flusso sanguigno verso la pelle, rendendone più difficile il raffreddamento; pillole anticoncezionali".

"Dunque, come già riportato a margine di alcuni principi attivi precedentemente menzionati, una delle motivazioni per cui questi farmaci possono risultare controindicati in presenza di alte temperature, risiede nelle loro capacità disidratanti talvolta molto più potenti di quanto non si pensi. A fronte delle quali - prosegue l'immunologo - imperativa diventa la necessità di bere acqua, semmai aggiunta di sali minerali e integrata con frutta e verdura fresca, tanto per prevenire ed eventualmente trattare la disidratazione. Da associare a questi, poi, ci sono anche gli effetti di alcuni medicinali capaci di ostacolare il fisiologico processo della sudorazione, ciò che a sua volta favorisce l’insorgenza del colpo di calore".

"Tra l’altro, antistaminici, benzodiazepine, antidepressivi, antinfiammatori non steroidei come, ad esempio, antibiotici come sulfamidici, chinolonici oltre che tetracicline, aumentando fortemente la fotosensibilità, si rendono responsabili - chiosa l'immunologo - di violenti eritemi anche dolorosi. Sicchè frequentemente accade che, esponendosi direttamente al sole nel mentre è in corso una terapia con qualcuno di questi medicinali, in pochissimo tempo sopraggiunga una scottatura con pelle, bruciante, rossa e gonfia".

I suggerimenti da seguire in questi casi "son facilmente intuibili, anche perché dettati dall’intelligenza e, comunque, immutabili negli anni: evitare gli esercizi fisici intensi quando fa molto caldo; bere molta acqua; indossare abiti leggeri e larghi; rimanere o casa o riparati in zone ombreggiate nelle giornate afose. E poi prestare attenzione a come ci si sente per segnalare al medico di fiducia eventuali disturbi correlati alla terapia in corso che, comunque, sarà bene non sospendere senza prima averlo consultato", conclude Minelli.

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL

threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram

ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza