Archiviate le accuse di violenza sessuale per La Russa jr e l'amico Tommaso Gilardoni

L'indagine nata da una denuncia di una 22enne

Ignazio La Russa e il figlio Leonardo Apache (Fotogramma/Ipa)
Ignazio La Russa e il figlio Leonardo Apache (Fotogramma/Ipa)
30 ottobre 2025 | 16.19
LETTURA: 4 minuti

La giudice per le indagini preliminari di Milano Rossana Mongiardo ha deciso di archiviare oggi, giovedì 30 ottobre, l'indagine per violenza sessuale che vedeva indagati Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato Ignazio, e l'amico deejay Tommaso Gilardoni.

Dopo l'udienza di opposizione all'archiviazione, avanzata all’avvocato Stefano Benvenuto, il quale tutela la ventiduenne che ha sporto denuncia, arriva la decisione della giudice che accoglie la richiesta della Procura.

L'indagine

Al centro dell’indagine quanto accaduto la notte tra il 18 e il 19 aprile del 2023, quando i tre si ritrovarono a casa di Leonardo Apache dopo aver trascorso insieme la serata in un locale esclusivo del centro di Milano. La mattina la giovane si svegliò nel letto dell’ex amico di liceo senza ricordare nulla. Per il legale della giovane, le condizioni fisiche della ragazza accertate da una consulenza medica e i video, recuperati nel cellulare dei due indagati mostrerebbe che le condizioni della sua assistita non erano tali da prestare consenso.

Di opposto avviso, invece, la Procura e ora, con la decisione di archiviare, anche la giudice Mongiardo sembra far proprie le conclusioni contenute nella richiesta della procuratrice aggiunta Letizia Mannella e della pm Rosaria Stagnaro. Le due rappresentanti dell'accusa scriveva "Non vi è in atti la prova che gli indagati, pur consapevoli dell'assunzione di alcuni drink alcolici da parte della ragazza, abbiano percepito, in modalità esplicita o implicita, la mancanza di una valida volontà della ragazza".

Leonardo Apache La Russa e l’amico restano indagati per il filone che riguarda il revenge porn, ossia la diffusione di immagini senza il consenso della vittima. Il prossimo 13 novembre si tornerà, per la seconda volta, davanti alla giudice per le indagini preliminari di Milano Alessandra Di Fazio. Secondo l’accusa, il figlio del presidente del Senato il 19 maggio 2023 avrebbe filmato e inviato al deejay, tramite WhatsApp, "un video a contenuto sessualmente esplicito, destinato a rimanere privato" che ritraeva la giovane senza il suo "consenso", si legge nell'avviso di conclusione indagini. A Gilardoni viene invece contestato l'aver inoltrato - nell'agosto successivo - un video a un amico estraneo ai fatti. Il 26enne, "dopo averlo realizzato", avrebbe inoltrato il contenuto su WhatsApp. Immagini "a contenuto sessualmente esplicito" diffuse, per la procura, "senza il consenso della ragazza".

Gip: "Da La Russa jr e dall'amico profonda superficialità ma nessuna violenza"

Non ci sono elementi per sostenere l'accusa di violenza sessuale contro Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato Ignazio, e l'amico deejay Tommaso Gilardoni. Lo scrive nell'ordinanza di archiviazione la giudice per le indagini preliminari di Milano Rossana Mongiardo che accoglie la richiesta della Procura a cui si era opposta la difesa della ragazza. Per la giudice gli elementi a carico degli indagati "non possono essere ritenuti idonei a fondare un giudizio di ragionevole previsione di condanna", secondo i dettami della riforma Cartabia.

Al centro dell’indagine quanto accaduto la notte tra il 18 e il 19 aprile del 2023, quando i tre si ritrovarono a casa di Leonardo Apache dopo aver trascorso insieme la serata in un locale esclusivo del centro di Milano. La mattina la giovane si sveglia nel letto dell’ex amico di liceo senza ricordare nulla. La perizia medica che certifica l'assunzione di alcol "non fornisce elementi certi da cui poter inferire la mancata capacità, da parte della persona offesa, di esprimere un valido consenso agli atti sessuali con gli indagati". Per la Procura la giovane, ripresa dai due in alcuni brevi video con il cellulare, appare "vigile e orientata", capace di reggersi in piedi, di parlare e "di ammiccare alla telecamera" del telefono.

"Pur non potendo concludere con la medesima certezza mostrata dal pubblico ministero che la persona offesa abbia preso parte agli atti sessuali con piena cognizione di causa, deve tuttavia osservare, anche nell'ottica del principio del favor rei, come tali video non rappresentino in maniera inequivoca una coercizione da parte degli indagati", scrive la giudice. Allo stesso modo il comportamento della ragazza, seppur descritto da chi è presente alla festa come "euforico o stravagante", non è un dato per poter sostenere che i due amici avessero avvertito lo stato di alterazione, tale da incidere sul consenso. In conclusione, "Certamente, la condotta degli indagati è connotata da profonda superficialità e scarso rispetto della persona offesa, come dimostra il tenore dei messaggi scambiati, ma non tale da assurgere, per quello che si è detto, a rilevanza penale" conclude la gip Mongiardo.

Il legale della ragazza

"E' un provvedimento a mio avviso contraddittorio e incompleto, e che non tiene conto di molteplici mie contestazioni. Nei prossimi giorni valuterò la migliore azione da intraprendere anche alla luce dei limiti di impugnazione, imposti dal Codice di procedura penale, conseguenti al provvedimento emesso"afferma all'Adnkronos l'avvocato Stefano Benvenuto, difensore della ragazza che ha denunciato la violenza sessuale.

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL

threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram

ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza