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Gucci, a Firenze un atto d'amore alla città che l'ha vista nascere

La maison del gruppo Kering manda in scena la sua Cruise 2026, seconda prova senza direttore creativo in attesa di Demna

Un momento della sfilata Cruise 2026 di Gucci a Palazzo Settimanni, a Firenze
Un momento della sfilata Cruise 2026 di Gucci a Palazzo Settimanni, a Firenze
16 maggio 2025 | 08.28
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Nel cuore di Firenze, Gucci torna alle origini. La collezione Cruise 2026 non è solo una sfilata ma un gesto simbolico: un ritorno alla culla dell’artigianalità italiana per raccontare la propria rinascita. Alla seconda prova senza direttore creativo, in attesa dell’arrivo di Demna, la griffe del gruppo Kering sceglie la forza del proprio archivio e dell’identità storica per ribadire il suo linguaggio sofisticato e allo stesso tempo ancorato alla tradizione. La Cruise 2026 sfila a Palazzo Settimanni, sede dell’Archivio Gucci, nel quartiere di San Frediano. È qui che si incrociano memoria e visione, in uno spazio che diventa macchina del tempo. Il risultato? Una collezione che stratifica decenni, materiali e codici della maison della doppia G, con la stessa libertà con cui Firenze stessa mescola epoche nel proprio paesaggio urbano.

Le silhouette scorrono eleganti, le spalle si fanno marcate ma il passo è fluido. In ogni abito si respira qualcosa, un tocco, di chi ha plasmato l'identità del brand negli anni passati. I tessuti, broccati, sete, velluti, jacquard, parlano una lingua colta, ricamata di strass, pizzo e dettagli preziosi. Ci son tagli che ricordano Tom Ford, abiti alla Frida Giannini, il tocco visionario di Alessandro Michele e il minimalismo di Sabato De Sarno. Tutto è concepito come un omaggio alla tradizione tessile fiorentina, rielaborata in chiave contemporanea con quello spirito di ‘sprezzatura’ che definisce da sempre lo stile Gucci: studiato ma mai rigido, aristocratico ma vitale. Il monogram GG torna a essere il fil rouge di una narrazione che si estende agli accessori, mentre la G singola viene reinventata tra fibbie, intarsi e tacchi. La pelletteria - cuore originario di Gucci - si rinnova in due direzioni: da un lato l’heritage con modelli d’archivio, dall’altro nuove icone come la Gucci Giglio, ispirata al fiore simbolo di Firenze, disponibile subito dopo lo show. Il momento più inaspettato arriva alla fine: nessuna passerella tradizionale, nessun addio teatrale.

Le modelle escono da Palazzo Settimanni, attraversano la strada e arrivano in piazza Santo Spirito per sfilare davanti agli invitati seduti ai caffè, come a restituire il lusso al quotidiano, riportando Gucci dove tutto è cominciato. Ad applaudire in prima fila, sotto lo sguardo vigile del patron di Kering, Francois-Henri Pinault, star internazionali del cinema e della musica, tra cui gli attori Paul Mescal, Julia Garner, Viola Davis, Jeff Goldblum, e il dj e produttore musicale Mark Ronson. Questa sfilata è un atto d’amore verso la città ma anche una dichiarazione di indipendenza creativa: senza un singolo autore a dirigere l’orchestra, Gucci trova forza nel proprio patrimonio, nel dialogo con l’arte, con la storia e con il presente. Con un piede nell’archivio e l’altro nel futuro, la collezione Cruise 2026 si fa manifesto. Gucci, non c’è dubbio, è pronta a rifiorire, con Firenze nel cuore e lo sguardo oltre l’orizzonte. (di Federica Mochi)

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