
Il costituzionalista Pinelli: "Comprese che era necessario adattare l'interpretazione soprattutto costituzionale alla contemporaneità"
Si è svolta alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del presidente della Corte costituzionale Giovanni Amoroso la cerimonia a Palazzo della Consulta per i cento anni del presidente emerito della Corte costituzionale Cesare Ruperto. La cerimonia ha avuto luogo nel Salone Belvedere dove per l'occasione è stata presentata una raccolta di 60 studi, edita Giuffrè, 'Per Cesare Ruperto. Nel centesimo genetliaco'. Presenti con il festeggiato, un folto parterre di giuristi oltre a numerosi altri presidenti emeriti della Corte come Giuliano Amato, Antonio Baldassarre, Ugo de Siervo.
"E' stato un grande magistrato prima nella giurisdizione ordinaria e poi come giudice e presidente della Corte costituzionale"; "in tema di interpretazione della legge, partito da una concezione tradizionale, quella dei suoi tempi, di applicazione più rigida, poi ha maturato la convinzione che l'interpretazione fosse parte essenziale della attività del giudice" e "che fosse necessario adattare l'interpretazione soprattutto costituzionale alla contemporaneità", ha detto all'Adnkronos il costituzionalista Cesare Pinelli, professore ordinario di diritto costituzionale a La Sapienza di Roma.
Pinelli, presente ai festeggiamenti del centenario, è coautore di uno dei saggi della raccolta donata a Ruperto, dedicato a "la legge, il diritto e 'una costituzione in mezzo a noi', titolo che ho estrapolato da due libri di Ruperto: 'Dalla legge al diritto' e 'La Costituzione in mezzo a noi'". "Ruperto ha compreso - conclude il giurista - che la Costituzione ha bisogno di essere vista alla luce della storia e del periodo in cui la si vive". Nato a Filadelfia (Vibo Valentia) il 28 maggio 1928, Ruperto è diventato giudice costituzionale il 2 dicembre 1993; dal 5 gennaio 2001 ha guidato la Corte fino a scadenza del mandato, il 2 dicembre 2002. (di Roberta Lanzara)