Giacomo Lariccia: "Cantare oggi è un atto di pace"

L'artista romano racconta il suo ultimo progetto 'Candela nell'oscurità' assieme a Noa e a Mira Awad e anticipa il nuovo album, in arrivo. "Cantautori? Con Sanremo sono rinati"

Giacomo Lariccia
Giacomo Lariccia
21 luglio 2025 | 14.14
LETTURA: 4 minuti

Una luce nel buio. Così Giacomo Lariccia racconta la scintilla che ha dato vita a 'Candela nell’oscurità', il suo nuovo singolo nato da un’emozione forte e immediata, condivisa con due voci d’eccezione: Noa e Mira Awad. Il brano - registrato tra Bruxelles, Londra e Tel Aviv - è un viaggio sonoro tra lingue, identità e conflitti, ora in rotazione radiofonica. "La forza principale che mi ha spinto a instradarmi su questo progetto - racconta Lariccia all’AdnKronos - è stata l’emozione che ho provato quando ho sentito il brano cantato in arabo e in ebraico da Mira e Noa, durante un concerto a Berlino. Quel momento, lo ricordo esattamente, è stato una luce nel buio". Da lì, il bisogno urgente di tradurre ‘Think of Others’, brano scritto da Mira Awad su versi del poeta palestinese Mahmoud Darwish, e farlo proprio, portandolo in italiano ma senza snaturarne l’essenza. Il messaggio è chiaro: coesistenza, pace, possibilità di convivenza attraverso l’arte.

"Nel frattempo l’avevo proposta a entrambe ed erano entusiaste, emozionate - racconta il cantautore - e quindi passo dopo passo siamo arrivati alla registrazione. Nonostante il grosso impegno sono molto contento di averlo fatto”. Un progetto nato in salita, tra guerre, voli cancellati e ostacoli tecnici. Ma la determinazione ha avuto la meglio. “È fondamentale, penso che sia importante per chi ci sta intorno ma anche per noi stessi. Il buio che ci circonda può essere rischiarato da tante piccole candele”. La canzone sarà una bonus track, anzi una ‘alien track’ come la definisce Lariccia, diversa dalle altre del disco ‘Canzoni nella tormenta’ che uscirà in autunno. “È un brano che ho sentito, nato da una certa urgenza e quindi ho dovuto anticipare tutti i tempi era importante farlo“. La ‘tormenta’ che dà il titolo all’album è reale e profonda: “E’ quella che molti di noi stanno vivendo, quella della sofferenza, del disagio, di vivere in un mondo che sta cambiando radicalmente, e trovarsi in qualche modo asincroni nel tempo che scorre”.

Lariccia, da anni residente a Bruxelles, racconta cosa significhi essere un cantautore italiano all’estero. “Bruxelles è una città che mi ha risucchiato e in qualche modo che mi ha trattenuto, dove poi ho costruito tutta la mia vita… non è facile fare il cantautore italiano in un paese dove non si parla italiano, si entra nella categoria della world music. Però Bruxelles è una città multietnica, multilinguistica, multicolore e quindi vivere in quella città è uno stimolo continuo di musica, di suoni e di culture”. Il cantautorato italiano, secondo Lariccia, sta vivendo una rinascita. “Dal febbraio 2025, con Sanremo, possiamo dire che la parola cantautore non è più una parola polverosa e questo mi fa molto piacere. Sono molto contento di tutto quello che sta succedendo… e sono fiero di loro”.

Nelle sue radici artistiche convivono Bennato, De Gregori, Paul Simon e Jacques Brel. E nel nuovo album non mancheranno brani in francese, come ‘Le Déserteur’ di Boris Vian e ‘Le Rital’ di Claude Barzotti. La figura del cantautore, per Lariccia “è l’unico modo che ho tenuto dentro di me che mi permette di parlare dell’attualità, del mondo che mi circonda e di me stesso tramite l’arma della poesia. E’ una figura essenziale e necessaria per me, lo è stata e spero lo sia anche per gli altri”. E guarda con stima ad artisti come Lucio Corsi (“è molto in gamba”) ed Emma Nolde (“è una cosa meravigliosa, anche il fatto che tanti ragazzi possono… con una chitarra esprimere un pensiero”). Ma aggiunge: “La poesia non deve essere per forza responsabile. Anche semplicemente il suono della parola può bastare. Però io sento molto la responsabilità del racconto. E soprattutto in questo momento, di accendere una candela nel buio”.

Il buio, per Lariccia, si combatte con parole pesate, metafore e poesia. E anche se la musica introspettiva non trova sempre spazio nei grandi circuiti, qualcosa sta cambiando: “Sono contento del fatto che ci siano delle persone che allargano le maglie per fare entrare la canzone di qualità, la canzone che pesa le parole". Il tour? In arrivo. “Già ci sono degli eventi sia in Belgio che in Italia e altri ne arriveranno. Per cui ci sarà modo, per chi vuole, di venire ad ascoltare la mia musica". (di Federica Mochi)

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL

threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram

ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza