'La clemenza di Tito' di Mozart inaugura la Stagione della Fenice

La regia è di Paul Curran. Sul podio di Orchestra e Coro del Teatro La Fenice di Ivor Bolton

'La clemenza di Tito' di Mozart inaugura la Stagione della Fenice
17 novembre 2025 | 13.12
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"La clemenza di Tito" di Wolfgang Amadeus Mozart inaugura la Stagione Lirica e Balletto 2025-2026 della Fondazione Teatro La Fenice di Venezia, con la Prima di giovedì 20 novembre, alle ore 19.00, che sarà trasmessa in diretta radiofonica da Rai Radio3. L'opera andrà in scena in un nuovo allestimento con la regia di Paul Curran - che interpreta per la prima volta questo titolo mozartiano - con le scene e i costumi di Gary McCann e il light design di Fabio Barettin. Sul podio di Orchestra e Coro del Teatro La Fenice l'autorevole presenza di Ivor Bolton, che condurrà un cast composto da Daniel Behle nel ruolo di Tito Vespasiano; Anastasia Bartoli in quello di Vitellia; Cecilia Molinari al debutto nel ruolo di Sesto; Nicolò Balducci, al debutto nel ruolo di Annio; Francesca Aspromonte, anch’essa per la prima volta in carriera interprete di Servilia; e Domenico Apollonio che canterà nel ruolo di Publio. Maestro del Coro Alfonso Caiani.

Rappresentato a Praga il 6 settembre 1791, questo titolo segna il ritorno di Mozart all’opera seria, dieci anni dopo l’Idomeneo. Nacque per l’incoronazione dell’imperatore Leopoldo II a re di Boemia, su richiesta dell’impresario Domenico Guardasoni, che decise di far musicare il noto testo di Metastasio - uno dei lavori teatrali più ammirati del secolo, lodato persino da Voltaire e musicato da un numero impressionante di compositori - affidandone la revisione e il rimaneggiamento al poeta Caterino Mazzolà. Dopo il debutto, "La clemenza di Tito" ha rappresentato fino al primo decennio dell'Ottocento uno dei maggiori successi, anche internazionali, di Mozart: fu trionfale l'accoglienza a Vienna, dove fu rappresentata, nel 1794, anche grazie all'intervento 'promotrice di Constanze, la vedova di Mozart; inoltre, la "Clemenza" è stata la prima opera mozartiana messa in scena a Londra, nel 1806.

"Come nel mondo del Settecento, anche in quello di oggi la parola 'clemenza' dovrebbe avere molta più importanza - spiega il regista Paul Curran -. Le persone che detengono enormi poteri dovrebbero capire che la clemenza, ovvero la capacità di perdonare gli altri, insieme alla gentilezza, dovrebbero avere molto più peso e centralità. Purtroppo invece viviamo in un mondo durissimo, e lo si vede soprattutto negli ultimi mesi, o meglio nell'ultimo anno. Io abito negli Stati Uniti, dove ci troviamo in una situazione di estremismo politico, ma credo che sia così dovunque. Invece di picchiare, escludere, far morire la gente, si dovrebbe comprendere che tutti possono sbagliare e fare del male, ma che bisogna anche avere la capacità di perdonare e andare avanti. Quindi questa parola dovrebbe assolutamente ritornare viva e attuale nel vocabolario di oggi".

"Per il pubblico di oggi La clemenza di Tito è assolutamente accattivante - spiega il direttore d’orchestra Ivor Bolton -. Ritrae alcune delle emozioni umane più basilari come la vendetta e l’amore, in molte diverse sfaccettature: c’è il desiderio ardente di Sesto per Vitellia, il desiderio altrettanto intenso di Vitellia per il potere, e la relazione che intrecciano Annio e Servilia. Tutte queste relazioni fanno da sfondo a un dramma molto umano ma anche molto politico. La ricerca del bene è probabilmente una delle cose che meno ci aspettiamo di trovare oggi quando guardiamo al nostro mondo politico, ma quest’opera può essere da esempio per confutare quel punto di vista. Penso che uno dei pregi di quest’opera sia anche quella di mostrare una grande leadership. Infine spero che la nostra produzione catturi ed emozioni gli spettatori della Fenice e che il pubblico possa apprezzare il modo in cui abbiamo scelto di ridare vita a questo famoso dramma mozartiano".

Dopo la Prima del 20, le altre recite al Teatro La Fenice si terranno il 23, 25, 27 e 30 novembre. (di Paolo Martini)

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