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Durante il colloquio con i magistrati Greta e Vanessa hanno escluso di aver subito minacce di morte o di aver temuto per la loro vita durante il sequestro. Le due cooperanti italiane hanno raccontato di aver cambiato più volte il luogo dove sono state tenute prigioniere e di essere state sempre vigilate da persone con il volto coperto, tanto da non essere in grado di poterle riconoscere.