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Gaza, leader Hamas: "Intesa che esclude cessate il fuoco non è un accordo"

Raid Israele nel campo Shati: uccisa sorella leader Hamas. Nel mirino dell'Idf i miliziani che hanno partecipato al massacro del 7 ottobre e che hanno preso ostaggi. Almeno 18 i morti

Miliziani di Hamas - Fotogramma/Ipa
Miliziani di Hamas - Fotogramma/Ipa
25 giugno 2024 | 08.58
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"Non è un accordo" qualsiasi intesa che non garantisca un cessate il fuoco e la fine delle operazioni militari israeliane contro Hamas nella Striscia di Gaza. E "se (Israele) pensa che prendendo di mira la mia famiglia cambierà la nostra posizione o quella della resistenza, sono degli illusi". E' quanto afferma il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, in una dichiarazione riportata dalla tv satellitare al-Arabiya dopo la notizia della morte della sorella di Haniyeh, che aveva già perso tre figli e quattro nipoti in un raid ad aprile.

"Il movimento ha garantito tutta la flessibilità possibile e ha accettato senza esitazione tutti i piani proposti, a patto che i risultati fossero la fine dei crimini e dell'aggressione e il ritiro completo dalla Striscia di Gaza", insiste Haniyeh.

Raid Israele nel campo Shati: uccisa sorella leader Hamas

Hamas ha confermato la morte della sorella del leader politico Ismail Haniyeh in un raid aereo israeliano condotto nella notte contro il campo profughi di Shati, a Gaza City, dove hanno perso la vita dieci palestinesi. Si tratta quindi di un'altra vittima nella famiglia di Haniyeh che lo scorso 10 aprile aveva perso i tre figli Hazem, Amir e Mohammed, oltre a quattro nipoti, in un raid sferrato sempre sullo stesso campo profughi.

"Ringrazio Dio per questo onore che mi ha concesso con il martirio dei miei tre figli e di alcuni nipoti", aveva dichiarato allora ad al-Jazeera il capo dell'ufficio politico di Hamas. "Non c'è dubbio che questo nemico criminale sia guidato dallo spirito di vendetta, omicidio e spargimento di sangue, e non osservi alcuno standard o legge", aveva proseguito Haniyeh, aggiungendo che 60 membri della sua famiglia sono stati uccisi dall'inizio della guerra.

Parlando dell'ultimo attacco a Shati e di quello a Daraj, dove sono state colpite due scuole, una delle quali gestita dall'Unrwa, e uccise otto persone della stessa famiglia, Hamas ha detto di ritenere ''l'Amministrazione del presidente americano Joe Biden responsabile della continuazione della guerra''. Il gruppo ha poi invitato ''la nazione araba e islamica e i popoli liberi del mondo a intensificare la loro mobilitazione a tutti i livelli e ad aumentare la pressione per fermare l'aggressione''.

Nei raid aerei contro la Striscia di Gaza l'Idf ha preso di mira miliziani di Hamas che hanno partecipato al massacro del 7 ottobre e che hanno preso ostaggi. Aerei che aerei da combattimento hanno colpito due edifici, nel campo Shati di Gaza City e nel quartiere di Daraj, che erano utilizzati dai miliziani. L'esercito israeliano spiega di aver effettuato sorveglianza aerea, utilizzato ''munizioni di precisione'' e impiegato altre informazioni di intelligence per mitigare i danni ai civili negli attacchi. "L'organizzazione terroristica Hamas viola continuamente il diritto internazionale sfruttando sistematicamente le strutture civili e utilizzando la popolazione civile come scudi umani per la sua attività terroristica contro Israele", aggiunge l'Idf in una nota.

Egitto rifiuta di evacuare palestinesi malati da Rafah

L'Egitto ha respinto la proposta israeliana di consentire l'evacuazione dei palestinesi malati dalla Striscia di Gaza attraverso il valico di frontiera di Rafah. Lo scrive il quotidiano libanese Al-Akhbar citando fonti egiziane secondo le quali il Cairo ha rifiutato l'offerta perché Israele ora controlla il lato palestinese del valico.

Il valico di Rafah è stato chiuso da quando Israele ha preso il controllo del lato di Gaza il 7 maggio scorso. L'Egitto si è rifiutato di riaprirlo finché non fosse tornato sotto il controllo palestinese, per evitare di essere visto come complice dell'operazione militare israeliana nella città più meridionale di Gaza.

Alta Corte Israele ordina di arruolare subito giovani ultraortodossi

L'Alta Corte in Israele ha stabilito all'unanimità che le Forze di difesa israeliane (Idf) debbano arruolare immediatamente i giovani studenti ultraortodossi. Lo riportano i media israeliani sottolineando che la Corte ha stabilito che non possano esserci finanziamenti statali per gli studenti ultraortodossi che si rifiutano di arruolarsi. "Lo Stato non ha l'autorità di imporre un'ampia esenzione dal servizio militare e in assenza di una legge il finanziamento non può essere effettuato dalle casse statali per gli studenti della yeshivah che non sono legalmente esentati dal servizio", hanno scritto i giudici nella sentenza.

Ieri il governo di Israele ha approvato un aumento dei giorni di servizio previsti per i riservisti. I leader della comunità Haredi hanno invece affermato che gli studenti della yeshivah hanno contribuito alla sicurezza di Israele non meno dei soldati che hanno combattuto in guerra. Il rabbino capo Yitzhak Yosef ha detto che i suoi seguaci avrebbero lasciato il Paese se fosse stata imposta loro la leva. Un altro importante rabbino ha affermato che la morte è meglio del servizio militare, sottolinea il sito di Ynet. "Si tratta di una vittoria storica per lo Stato di diritto e per il principio di uguaglianza nell'onere del servizio militare", ha affermato l'Mqg, il Movimento per un governo di qualità in Israele. La sentenza unanime dell'Alta Corte ritiene che non esiste più alcun quadro giuridico che consenta al governo di concedere esenzioni globali dal servizio militare agli studenti ultraortodossi della yeshivah e che il governo deve quindi imporre la legge sulla coscrizione obbligatoria nei loro confronti. "Chiediamo al governo e al ministro della Difesa di attuare la decisione senza indugio, di rispettare l'ordine dell'Alta Corte e di lavorare immediatamente per arruolare studenti yeshivah'' ultra-ortodossi, afferma l'organizzazione in una nota. Dallo scoppio della guerra contro Hamas lo scorso 7 ottobre, nell'opinione pubblica israeliana e nei partiti di opposizione al governo sono aumentate le richieste di arruolare ultraortodossi nell'esercito per condividere il carico.

Due ostaggi russi i primi rilasciati con accordo cessate fuoco

Due ostaggi con doppia nazionalità russo e israeliana saranno i primi a essere rilasciati una volta che entrerà in vigore l'accordo per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Lo ha dichiarato il numero due dell'ufficio politico di Hamas, Musa Abu Marzouk, nel corso di una intervista con l'agenzia di stampa Ria Novosti dopo un incontro a Mosca con il vice ministro degli Esteri russo Mikhail Bogdanov. ''Stiamo aspettando che Israele accetti un cessate il fuoco'' e ''non appena ci sarà una decisione in merito, i due russi saranno i primi ad essere rilasciati. Aspettiamo che i combattimenti si calmino e ci sarà l'opportunità di prendere queste persone e rilasciarle'', ha aggiunto Abu Marzouk. I due ostaggi a cui fa riferimento sono Alexander Lobanov, 32 anni, un cittadino russo-israeliano rapito al festival musicale nel deserto del Negev attaccato da Hamas, e Alexander Trupanov, 28 anni, presumibilmente in mano alla Jihad islamica palestinese che ha pubblicato un suo video a maggio. Secondo Ynet, la moglie di Lobanov ha dato alla luce il loro secondo figlio a febbraio, mentre il marito era in ostaggio. "Non abbiamo in ostaggio persone con la sola cittadinanza russa, ma solo cittadini israeliani. La maggior parte ha la doppia cittadinanza, messicana, americana, ucraina e altre", ha detto Abu Marzouk all'agenzia di stampa russa. "In precedenza, quando c'è stato uno scambio'' con i detenuti palestinesi, ''abbiamo liberato un cittadino russo fuori dall'accordo come ringraziamento al presidente Vladimir Putin per la sua posizione sulla Palestina'', ha aggiunto il funzionario di Hamas.

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