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Navalny, cos'è il Novichok: il gas nervino più letale

La moglie del dissidente fa riferimento alla sostanza

Fiori per Alexei Navalny
Fiori per Alexei Navalny
19 febbraio 2024 | 16.56
LETTURA: 3 minuti

Il Novichok usato per uccidere Alexei Navalny. E' Yulia Navalnaya, moglie dell'oppositore deceduto in carcere in Russia venerdì, a lanciare l'accusa nei confronti del regime di Vladimir Putin. Navalny, morto a 47 anni, sarebbe stato avvelenato con l'agente nervino che era stato utilizzato contro di lui già nell'estate nel 2020. Il decesso del dissidente è ancora avvolto nel mistero. Le autorità russe fanno sapere che serviranno altri 14 giorni di indagini e analisi sul corpo, che non è stato ancora restituito alla famiglia.

Intanto, le parole di Navalnaya accendono i riflettori sull''arma' che sarebbe stata usata. Il Novichok torna protagonista in abbinamento con Navalny, attaccato con la stessa sostanza in passato.

Un agente nervino chimico appartenente al gruppo Novichok è stato individuato dai test tossicologici eseguiti su Navalny nell'estate 2020. Novichok (dal russo "nuovo venuto") indica una serie di gas nervini prodotti in Unione Sovietica tra il 1970 e il 1980, ritenuti i più letali mai realizzati, con alcune varianti che sono da 3 a 10 volte più potenti del VX, anche se non è mai stato provato scientificamente.

Sono "agenti nervini di quarta generazione" e fanno parte del programma sovietico "Foliant", riguardante la creazione di nuovi insetticidi e agenti nervini nell'impianto chimico di Pavlodarsk, nell'attuale Kazakistan.

Questi agenti sono stati realizzati per non essere tracciabili con i metodi chimici standard di rilevamento (delle armi chimiche) Nato, per essere permeabili rispetto agli abiti di protezione chimica della Nato, per essere sicuri da maneggiare e da stoccare. Parte degli agenti nervini di terza generazione, già estremamente potenti, venne sintetizzata in Unione Sovietica tra il 1970 fino al 1990, secondo una pubblicazione, resa nota solo del 1992, da due chimici, Lev Fedorov e Vil Mirzayanov sul settimanale Moskovskiye Novosti. La pubblicazione apparve alla vigilia della firma russa della Convenzione delle armi chimiche.

Il progetto inizialmente definito con il codice K-84, venne successivamente ricodificato con la sigla A-230. La famiglia dei Novichok e analoghi, comprende oltre un centinaio di varianti strutturali (formula di struttura). Secondo Mirzayanov, il complesso chimico militare russo Mcc, invece di utilizzare i fondi ricevuti dalla Nato per ridurre gli armamenti chimici, li utilizzava per il fine opposto, ossia per lo sviluppo di un impianto di armi chimiche e gas nervini. Mirzoyanov fece la sua divulgazione temendo che la produzione di tali agenti potesse compromettere anche l'ambiente.

Mirzoyanov era responsabile di un dipartimento di controspionaggio. Effettuando delle misurazioni al di fuori degli impianti di armi chimiche per assicurarsi che spie straniere non fossero in grado di rilevare eventuali tracce della produzione, si rese conto con orrore, che i livelli di sostanze mortali erano 80 volte superiori alla concentrazione di massima di sicurezza.

A causa delle rivelazioni di Mirzayanov, l'esistenza di agenti Novichok venne così apertamente ammessa dalle autorità che accusarono Mirzayanov di alto tradimento. Venne arrestato il 22 ottobre del 1992 e rinchiuso nel carcere di Lefortovo per divulgazione di segreti di Stato. Venne in seguito liberato, perché "nessuna delle formule o delle sostanze nocive rivelate erano nuove alla stampa sovietica, così come i luoghi dei siti per i test".

Il Novichok è stato utilizzato per avvelenare nel 2018 l'ex agente dell'intelligence militare Sergei Skripal, che in Russia era stato condannato per tradimento, e la figlia Julia, trovati riversi su una panchina a Salisbury, nel Regno Unito, in gravi condizioni.

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