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Cop28 Dubai, Meloni: "No a cibo laboratorio per i poveri e sano per i ricchi"

La premier al vertice: "Dall'Italia 100 milioni di euro per Fondo Loss and Damage"

Giorgia Meloni a Cop28 (Afp)
Giorgia Meloni a Cop28 (Afp)
01 dicembre 2023 | 12.08
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"Vogliamo essere impegnati anche nella sicurezza e incolumità alimentari, significa non solo alimenti per tutti ma assicurare alimenti sani per tutti". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni, intervenendo al vertice 'Transforming Food Systems in the face of Climate Change' alla Cop28 in corso a Dubai. "Questo significa - ha sottolineato - che non vogliamo considerare la produzione alimentare come sopravvivenza, ma un mezzo per vivere una vita sana e il ruolo della ricerca è essenziale in questo contesto. Tuttavia non per produrre alimenti in laboratorio, magari andare verso un mondo in cui i ricchi possono mangiare alimenti naturali e i poveri cibi sintetici, con un impatto sulla salute che non possiamo prevedere: non è mondo che voglio vedere".

"Il mondo che voglio vedere è un mondo in cui il legame che ha unito la terra e l’umanità, il lavoro e la nutrizione nel corso dei millenni sia preservato - ha proseguito Meloni - e la ricerca sia in grado di aiutare a ottimizzare quel legame. Garantire colture resistenti alle malattie e resilienti ai cambiamenti climatici, ma anche ideare tecniche agricole sempre più moderne e innovative, in grado di migliorare sia la qualità che la quantità della produzione e ridurre gli elementi esterni negativi come l’eccessivo consumo di acqua. Questo è ciò in cui siamo impegnati".

La premier ha poi sottolineato che "il sistema alimentare italiano è tra più avanzati e rinomati nel mondo. Penso ad esempio ai principi della dieta mediterranea, che non appartengono solo all'Italia, ma a tutto il mondo e siamo consapevoli di quanto sia prezioso questo know-how anche per gli altri".

"La sicurezza alimentare per tutti è una delle priorità strategiche della nostra politica estera - ha rimarcato - e per questo motivo una parte molto importante del nostro progetto per l'Africa, il Piano Mattei, si rivolge al settore agricolo".

"Una sostanziale parte del nostro progetto per l'Africa, che è basato sulla cooperazione con il continente africano, è diretta al settore agricolo. Ma il nostro scopo non è fare della beneficenza: l'Africa non ha bisogno di elemosina, ma di qualcosa di diverso: la possibilità di competere su un campo da gioco che sia equo. Dobbiamo aiutare questo continente a prosperare basandosi sulle sue risorse", ha detto Meloni.

"Il continente africano - ha rimarcato - ha il 65% delle terre arabili presenti al mondo, ciò implica che con una adeguata tecnologia e un adeguato addestramento possa soddisfare il proprio bisogno e la propria crescita economica".

Il contributo dell'Italia

Al vertice Meloni ha annunciato che "contribuiremo anche al Fondo Loss and Damage" per dare una mano "al raggiungimento degli obiettivi di questa Cop28 con 100 milioni di euro".

Poi, nel suo secondo intervento al vertice, alla sessione di alto livello sull'adattamento ai cambiamenti climatici della Cop28, la presidente del Consiglio ha sottolineato che "nonostante i progressi compiuti dopo l’Accordo di Parigi, continuiamo a dover affrontare un evidente 'gap di adattamento'. E le risposte inadeguate non solo amplificano gli impatti del cambiamento climatico, ma aumentano anche le tensioni sulla scarsità delle risorse e ostacolano il progresso verso lo sviluppo sostenibile. Ritengo pertanto che questo primo Global Stocktake debba segnare un punto di svolta, inviare un messaggio politico chiaro e costruire un quadro più efficiente per i nostri sforzi comuni".

"L’adattamento è una priorità per tutti, ed è una priorità per l’Italia, che, come Nazione del Mediterraneo - una delle aree geografiche del pianeta identificata come 'hot spot' climatico - è ben consapevole delle proprie responsabilità, non solo al proprio interno ma nel contesto globale. Per questo stiamo lavorando, con determinazione, per rispondere all’appello lanciato alla COP26 affinché i Paesi industrializzati raddoppino, collettivamente ed entro il 2025, il loro sostegno per aiutare i Paesi in via di sviluppo ad affrontare le conseguenze del cambiamento climatico".

"L’Italia intende destinare una quota estremamente significativa del Fondo Italiano per il Clima – la cui dotazione complessiva è di 4 miliardi di euro – alle Nazioni più vulnerabili dell’Africa, per iniziative volte alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici - ha detto Meloni - Non però attraverso un approccio caritativo, perché l’Africa non ha bisogno di carità. Ha bisogno di essere messa in condizione di competere ad armi pari, per crescere e prosperare grazie alla moltitudine di risorse di cui il continente dispone. Una cooperazione tra pari, rifiutando approcci paternalistici e predatori".

"Sono inoltre felice di annunciare che l’Italia contribuirà, con 100 milioni di euro - ha ribadito la presidente del Consiglio - al lancio del Loss and Damage Fund, a beneficio delle Nazioni più vulnerabili. Da un lato, essere efficaci richiede molte risorse, che il settore pubblico da solo non sarà in grado di mobilitare: per questo è fondamentale accompagnare lo sforzo pubblico con il coinvolgimento degli investimenti privati, garantendo un mercato aperto alla libera concorrenza ma tutelato dalla concorrenza sleale. D’altro canto, anche riuscire a mobilitare molte risorse non sarà sufficiente se non riusciremo a garantire e facilitare l’accesso a queste risorse rafforzando la promozione di climi finanziari favorevoli e lavorando su schemi assicurativi legati ai rischi climatici, come sta facendo l’Italia".

"Il ruolo delle banche multilaterali di sviluppo è essenziale, ma non possiamo nascondere il fatto che necessitano di essere riformate e adattate al contesto odierno. Chiaramente, le singole Nazioni possono fare poco senza la collaborazione internazionale, e ogni forum multilaterale deve saper fare la propria parte. Ed è ciò che porteremo avanti anche quando l’Italia assumerà la presidenza del G7 nel 2024", ha concluso Meloni.

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