Prime mosse per una nuova legge elettorale, Meloni apre alle preferenze

16 maggio 2025 | 10.13
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“Confermo di essere favorevole all'introduzione delle preferenze nella legge elettorale". Questa frase pronunciata da Giorgia Meloni durante il premier time al Senato, rispondendo al leader di Italia viva Matteo Renzi, apre di fatto le manovre per arrivare a una riforma dell’attuale legge elettorale. Un segnale importante perché quando si inizia a parlare di legge elettorale si inizia anche a vedere la fine della legislatura, che potrebbe essere anticipata rispetto alla scadenza naturale. L’ipotesi è quella di anticipare a marzo del 2027 la scadenza della legislatura in modo da tenere il voto a giugno e lasciare al governo successivo la responsabilità della legge di bilancio, evitando una nuova campagna elettorale sotto l'ombrellone e accorpando le Politiche alla tornata amministrativa. Uno scenario che sta prendendo corpo nelle riflessioni della maggioranza. Le politiche sarebbero accorpate con amministrative ‘di peso’. Da Roma a Milano, fino a Napoli, Bologna, Venezia e Torino, sono oltre duemila i Comuni che andranno al voto oltre i cinque anni del naturale mandato, ovvero nell'arco dei sei mesi successivi. Il ministero dell'Interno ha fornito chiarimenti sulle amministrazioni comunali andate al voto nel 2020/21: i Comuni che hanno votato nel secondo semestre del 2020 andranno al rinnovo nella primavera del 2026 (sempre in un unico giorno), quelli che hanno votato nel secondo semestre del 2021, rieleggeranno i propri organi nella primavera del 2027. Tornando alla legge elettorale, sul piano politico si apre un dibattito che impegnerà i singoli partiti, di maggioranza e di opposizione, nella ricerca dello schema che possa favorirli o, almeno, non danneggiarli troppo. Molto dipende, ovviamente, dalle infinite variabili tecniche che le soglie di sbarramento, i premi di maggioranza o il perimetro delle circoscrizioni elettorali introducono rispetto a un modello o a un altro di legge elettorale. Per gli elettori, il ritorno delle preferenze sarebbe comunque un passo significativo. Perché attualmente al Comune, alla Regione, al Parlamento europeo, gli elettori italiani possono scegliere il proprio candidato scrivendo nome e cognome ma non lo possono fare per eleggere i loro rappresentanti in Parlamento. Allargando il ragionamento sul tema riforme, ci sono altre parole della premier Giorgia Meloni da considerare: "Il premierato sta andando avanti, è una legge che io continuo a considerare la madre di tutte le riforme e non dipende da me perché dipende dal Parlamento ma sicuramente la maggioranza è intenzionata a procedere spedita su questa riforma, esattamente come è intenzionata a procedere spedita sulla riforma della giustizia”.

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