"Pur in assenza di una definizione di caso condivisa a livello europeo", precisa l'Istituto superiore di sanità
Al momento, pur in assenza di una definizione di caso condivisa a livello europeo, è plausibile una correlazione fra infezione da Sars-CoV-2 e insorgenza della sindrome infiammatoria acuta multisistemica in età pediatrica e adolescenziale nell'attuale scenario emergenziale da infezione da nuovo coronavirus, pur in presenza di evidenze limitate del nesso di causalità. Lo sottolineano le indicazioni ad interim su malattia di Kawasaki e sindrome infiammatoria acuta multisistemica stilate dal gruppo di lavoro Malattie rare Covid-19 dell'Istituto superiore di sanità (Iss).
Le evidenze scientifiche disponibili ad oggi - evidenziano gli esperti - indicano che l'infezione da Sars-CoV-2 si manifesta nei pazienti pediatrici con un andamento clinico con una letalità molto bassa (0,06% nella fascia di età 0-15 anni). Tuttavia, recenti pubblicazioni europee e statunitensi descrivono una sindrome infiammatoria acuta multisistemica in età pediatrica e adoloscenziale, associata a positività per il Sars-CoV-2 o presenza di anticorpi anti Sars-CoV-2, il cui preciso inquadramento nosologico è attualmente in corso.
Questa sindrome sembrerebbe condividere alcune caratteristiche cliniche, un'aberrante risposta infiammatoria e alcune opzioni terapeutiche (immunoglobuline, steroidi, farmaci anticitochinici) con la malattia di Kawasaki. Da questa però si distinguerebbe per altre peculiarità, rappresentate da maggiore età dei soggetti colpiti, interessamento multisistemico grave, prevalente interessamento miocardico e/o gastrointestinale.
Il gruppo di lavoro sottolinea l'assenza di forti evidenze epidemiologiche di un incremento dell'incidenza della malattia di Kawasaki, l'assenza di aumentato rischio di recidiva della malattia, l'assenza di aumentata suscettibilità all'infezione da Sars-CoV-2 in pazienti con pregressa Kawasaki durante la pandemia Covid-19.