
Lo rivela un'indagine di Skuola.net. Tra le novità l'uso dell'intelligenza artificiale per averer tutti i dettagli sui prof e le loro "fissazioni"
Con la pubblicazione degli elenchi ufficiali sulla composizione delle commissioni della maturità 2025, è partita la corsa alla ricerca di informazioni sui commissari, soprattutto quelli esterni. Secondo un'indagine di Skuola.net oltre 1 studente su 2 ritiene molto importante scoprire chi si cela dietro quei nomi. Per molti maturandi rappresentano un passaggio chiave nella preparazione agli orali. Non stupisce, allora, che subito dopo la pubblicazione degli elenchi delle commissioni, con le assegnazioni alle varie scuole, da parte del ministero dell’Istruzione e del Merito sia partita la tradizionale “caccia” alle informazioni.
Su un campione di circa 1.000 studenti che affronteranno la maturità, l’81% ha dichiarato che conoscere in anticipo il nome e le abitudini dei commissari è “molto” o “abbastanza” importante. Solo una piccola fetta (19%) dice di non dare troppo peso alla questione. Ma cosa succede concretamente quando i nomi vengono resi pubblici? Scatta, quasi in blocco, la ricerca di più dettagli possibili sui prof “sconosciuti”: a mettere in piedi una qualche strategia saranno quasi 9 su 10. Principalmente con due modalità differenti, equamente distribuite: il 48% degli studenti si sta attivando, o lo farà nei prossimi giorni, andando in autonomia, mentre il 40% prova a organizzarsi con i compagni di classe per aumentare le chance di raccogliere dettagli utili. Soltanto il 12% ammette di non voler fare alcuna indagine.
I metodi con cui si tenterà la missione? Più o meno quelli consolidati da anni: circa 1 su 5 proverà a contattare gli alunni degli istituti in cui insegnano i commissari esterni, per avere testimonianze dirette del loro comportamento. Una quota simile (17%) proverà ad avere indiscrezioni tramite i propri professori. Altrettanti (17%) scandaglieranno i social network alla ricerca di profili e, magari, di qualche post significativo. E poi, ancora tecnologia: il 14% si affiderà a siti dedicati agli studenti – come Skuola.net – mentre il 12% perlustrerà chat Telegram, WhatsApp o gruppi social messi in piedi per l’occasione. C’è, infine, anche chi sta valutando di andare fisicamente nella scuola di provenienza dei prof esterni (10%). Mentre, tra le novità, si segnala l’utilizzo dell’intelligenza artificiale e dei chatbot online, con richieste mirate per avere info sui quei docenti: ci si rivolgerà quasi 1 su 10.
Idee abbastanza chiare anche sugli elementi più ambiti da conoscere, oltre al mero dato anagrafico. Cosa cercano davvero i maturandi nei loro futuri esaminatori? La maggior parte, oltre 1 su 3, dice di volersi concentrare sulle “fissazioni” e le particolarità dei prof, soprattutto in vista del colloquio orale dell’esame. E il 21%, non a caso, si soffermerà specificatamente proprio sulle domande più frequenti. A un altro quinto degli intervistati (20%) interessa soprattutto capire che tipo di persona si troverà davanti, per preparare delle contromisure. Solo il 15%, un po’ a sorpresa, si preoccupa della severità nei voti. Mentre il 9% ammette di essere curioso di conoscere anche dettagli sulla loro vita privata.