
L'attivista e avvocata iraniana Shirin Ebadi, Premio Nobel per la pace 2003, inaugura la rassegna
Pordenonelegge, festival-crocevia del nostro tempo: dal 17 al 21 settembre il mondo in dialogo alla Festa del libro e della libertà con 400 incontri in cinque giorni, 667 voci italiane e internazionali della letteratura, del giornalismo e del pensiero, 56 anteprime riservate al festival e 35 conferenze stampa per raccontarle, 51 sedi di incontro, 246 Angeli - i giovani volontari 'alati' che supporteranno il pubblico e gli autori - e ben 15 mostre da visitare durante il festival, in città.
L'attivista e avvocata iraniana Shirin Ebadi, Premio Nobel per la pace 2003, inaugura mercoledì 17 settembre la 26esima edizione di Pordenonelegge con un dialogo dedicato al suo ultimo libro, "Finchè non saremo liberi. Iran, la mia lotta per i diritti umani" (Bompiani), condotto dalla giornalista Elena Testi. Appuntamento alle ore 18.30 al Teatro Verdi di Pordenone per l'evento che vedrà protagonista una figura iconica del nostro tempo: Shirin Ebadi ha ispirato milioni di persone nel mondo con il suo impegno da avvocato per i diritti umani, difendendo soprattutto le donne e i bambini dal brutale regime iraniano. Pordenonelegge 2025 diventa così lo specchio dell’agitazione che percorre globalmente il mondo: delle sue tensioni e delle sue speranze, del suo slancio creativo e delle sue inquietudini. "Non ho paura del carcere che mi aspetterebbe in patria se facessi ritorno, ci sono già stata – spiega Ebadi - Ma penso di essere più utile in un Paese dove posso parlare liberamente, dando voce ai miei connazionali in Iran. Dal Regno Unito sto cercando di fare la mia parte".
Si potranno poi ascoltare dal vivo alcune delle voci più importanti del dibattito internazionale legato al nostro tempo: a cominciare dallo scrittore ucraino Oleksii (Aleksej) Nikitin che tornerà a Pordenonelegge, arrivando da Kiev con visto speciale, per presentare in anteprima il romanzo "Di fronte al fuoco" (Voland), dedicato alla figura leggendaria del campione di pugilato ebreo-ucraino Ilja Goldinov, ricostruita sulla base dei documenti dei servizi segreti ucraini desecretati dopo il 2011. E ci sarà lo scrittore georgiano Boris Akunin - pseudonimo di Grigorij Šalvovič Čhartišvili, da tempo in esilio a Londra - nelle scorse settimane condannato in contumacia a 14 anni per "violazione della legge sugli agenti stranieri e discredito dell’Esercito russo", occhio critico sulla politica del governo russo e autore di romanzi come il distopico "L'avvocato del diavolo. Racconto dell'orrore" (Mondadori, prefazione di Paolo Nori). L’ex diplomatico russo Alexander Baunov a Pordenonelegge presenterà "La fine del regime. La caduta di tre dittature europee e il destino della Russia di Putin" (Silvio Berlusconi editore), che nel gennaio 2023 andava esaurito in pochi giorni a Mosca, mentre il suo autore veniva definito un «agente straniero» dalle autorità governative. Ci saranno anche lo storico e accademico Alexander Etkind, autore del recentissimo "La Russia contro la modernità" (Bollati Boringhieri), lo scrittore e giornalista ucraino Yaroslav Trofimov, finalista Premio Pulitzer per il giornalismo e autore di "Non c'è posto per l'amore qui" (La nave di Teseo), la giornalista russa Anna Zafesova che firma "Russia. L'impero che non sa morire" (Rizzoli) e l'autrice Elena Kostioukovitch che racconterà "Kyiv. Una fortezza sopra l'abisso" (La nave di Teseo).
Spostandoci sul versante mediorientale, Pordenonelegge sarà terreno di incontro per alcune voci letterarie fra Israele e Palestina: al festival farà tappa innanzitutto la scrittrice italo-palestinese Alae Al Said, autrice de "Il ragazzo con la kefiah arancione" (Ponte alle Grazie): una storia di amicizia, tradimento, resistenza e perdono in una terra martoriata, sullo sfondo della Guerra dei Sei giorni, quando veniva occupata la Striscia di Gaza. E ci sarà lo scrittore israeliano Roy Chen, dal 2007 drammaturgo stabile del Teatro Gesher, fra i più importanti del suo Paese: a pordenonelegge presenterà "Il grande frastuono" (Giuntina), un romanzo che racconta tre donne e tre vite ordinarie, eppure fuori dal comune, incantando con l'armonia delle sue verità e delle sue visioni. Nativo di Tel Aviv, e italiano d’adozione, è invece lo scrittore e traduttore Alon Altaras - traduttore fra gli altri di Tabucchi, Pasolini, Montale, Gramsci, Ferrante, Camilleri, Veronesi, Baricco, Leopardi, Merini, Calasso, Comencini, Landolfi, Ginzburg, Lahiri e tanti altri. A Pordenonelegge in anteprima presenterà con lo scrittore e editore Andrea Molesini la raccolta "Un pozzo di latte in centro città" (Molesini), di uno dei maggiori poeti d'Israele, Hezy Leskly.