
Dallo spionaggio alla narrativa: lo scrittore che ha trasformato la geopolitica in romanzo è morto 86 anni nel suo rifugio nel Buckinghamshire
Frederick Forsyth, lo scrittore britannico che ha rivoluzionato il genere del thriller politico con romanzi come "Il giorno dello Sciacallo", "I mastini della guerra", "Dossier Odessa", "Il pugno di Dio" e "Il quarto protocollo", è morto oggi all'età di 86 anni nella sua casa di Waevers, un piccolo villaggio situato vicino a Beaconsfield, nel Buckinghamshire, nel sud-est dell'Inghilterra, dopo una breve malattia. Ex pilota della Raf, corrispondente di guerra, e collaboratore del servizio segreto MI6, Forsyth ha trasformato esperienze vissute e ricerche scrupolose in narrativa ad alta tensione, vendendo con le sue spy-stories oltre 75 milioni di copie d libri (in Italia pubblicati da Mondadori). Nel corso della sua carriera, Forsyth ha scritto più di 25 libri, molti dei quali sono stati adattati per il cinema e la televisione.
Nato ad Ashford, nel Kent, il 25 agosto 1938, Forsyth fece il servizio militare nella Royal Air Force, dove poi iniziò la carriera, ma fu il richiamo dell'inchiesta e del rischio a indirizzarlo verso il giornalismo. Divenne corrispondente per Reuters e poi per la Bbc, trovandosi spesso nel cuore degli eventi che avrebbero segnato la Storia, e, in seguito, le sue trame letterarie. Nel 1961 fu inviato a Parigi, dove la Francia era sull’orlo della crisi per via della guerra d'Algeria. Lì, mentre l'Oas pianificava attentati contro Charles de Gaulle, Forsyth raccolse informazioni direttamente dalle guardie del corpo del presidente francese. Quando un amico gli chiese se fosse possibile uccidere De Gaulle, la risposta fu secca: "Solo un professionista, uno straniero senza volto, senza nome, potrebbe farcela". Da quell'intuizione nacque "Il giorno dello Sciacallo" (1971), romanzo che non solo ridefinì il genere del thriller ma che aprì una nuova epoca per la narrativa d'intelligence. Con una scrittura asciutta e una precisione quasi maniacale nei dettagli tecnici e geopolitici, Forsyth inaugurò un modello di romanzo dove il confine tra fiction e realtà risultava sottile, quasi invisibile. "Il giorno dello Sciacallo" venne acclamato dalla critica e il successo planetario fu suggellato dalla trasposizione cinematografica nel 1973 diretta da Fred Zinnemann.
Il suo secondo successo, "Dossier Odessa" (1972), mise a nudo le connessioni tra ex gerarchi nazisti e organizzazioni segrete post-belliche. Quando il libro fu adattato per il cinema e proiettato in Argentina, un ex criminale di guerra venne riconosciuto da uno spettatore e successivamente morì tentando la fuga. "Spero che abbiano gettato una copia del libro nella sua fossa", disse Forsyth con il consueto cinismo britannico.
Nel 1967 Frederick Forsyth fu inviato in Nigeria per raccontare la guerra del Biafra, e fu qui che la sua parabola di giornalista si intrecciò con quella dell’agente d’intelligence. Licenziato dalla Bbc per presunto "pregiudizio pro-Biafra", Forsyth decise di tornare sul campo come freelance. Sul posto conobbe la realtà dei mercenari, che poi descrisse ne "I mastini della guerra". Proprio in quel periodo iniziò la sua collaborazione con l'MI6, come rivelò nel 2015 nella sua autobiografia "The Outsider. Il romanzo della mia vita", definendosi un "asset" volontario del controspionaggio britannico. "Non c’era nulla di strano - spiegò - era la Guerra Fredda. Eravamo molti a portare buste sotto la porta dell'albergo per poi riportarle in patria".
Nonostante il successo - traduzioni in oltre trenta lingue, onorificenze come il titolo di Ufficiale dell'Impero dell'Ordine britannico nel 1997 e il prestigioso Diamond Dagger della Crime Writers’ Association - Forsyth non ha mai nascosto un rapporto complicato con la scrittura. "Scrivo per soldi", ammise più volte, pur continuando a sfornare romanzi fino al 2018 con "La volpe", da lui stesso annunciato come "l'ultimo". Eppure, come confessò al "Times", aveva ancora tre macchine da scrivere di riserva: "Basteranno fino alla fine".
Tra gli altri suoi libri: "Il pilota" (1975), "L'alternativa del diavolo" (1979), "Nessuna conseguenza" (1983), "Il negoziatore" (1989), "Il simulatore" (1991), "Icona" (1996), "Il fantasma di Manhattan" (1999), "Il veterano e altre storie" (2001), "Il vendicatore" (2003), "L'afghano" (2006), "Il cobra" (2010) e "La lista nera" (2013).
Il contributo di Forsyth al thriller moderno è inestimabile. Più che romanzi, i suoi libri sono manuali su come costruire tensione, dosare verità e finzione, tenere il lettore incollato alla pagina. Non c'era romanticismo nella sua prosa, ma una lucidità chirurgica e una capacità impareggiabile di leggere il mondo con lo sguardo del reporter e la freddezza dell’analista.
Il suo editore inglese Bill Scott-Kerr ha dichiarato: "Ha lasciato un'eredità senza pari, che continuerà a entusiasmare e a ispirare le nuove generazioni di lettori e scrittori". Jonathan Lloyd, il suo agente, ha ricordato come Forsyth avesse recentemente visionato un documentario a lui dedicato, e ne fosse rimasto colpito: "Una vita straordinaria, vissuta fino in fondo". (di Paolo Martini)