
Pesano il massiccio utilizzo dell'intelligenza artificiale, le nuove richieste del mercato e l'incertezza per l'applicazione dei dazi voluti da Trump
Microsoft è pronta a tagliare altri 9000 dipendenti. La notizia merita una breaking news sul sito di Bloomberg e inizia a fare rapidamente il giro del web. E' la seconda ondata di tagli al personale quest'anno, pari al 4% del totale dei dipendenti, e segnala un trend che le big tech stanno alimentando anche in conseguenza del massiccio ricorso all'intelligenza artificiale. L'obiettivo dichiarato è il taglio dei costi. Ma le parole che un portavoce del gruppo ha affidato all'agenzia americana dicono di più: "Continuiamo a implementare i cambiamenti organizzativi necessari per posizionare al meglio l’azienda e i team per il successo in un mercato dinamico".
I cambiamenti organizzativi necessari fanno riferimento alla rapida evoluzione delle mansioni e delle competenze necessarie. Sempre più automatizzate, sempre meno umane. Si dice sempre che l'intelligenza artificiale sia un fattore che da una parte rende non più utili, o quantomeno non più economicamente convenienti, alcuni profili mentre dall'altra favorisce l'affermazione di altri profili. Il problema è sempre il saldo finale.
Posizionare al meglio l'azienda e i team per il successo vuol dire ragionare su come allocare le risorse a disposizione e, evidentemente, anche su come e quante tagliarne per far tornare i conti. Quando invece si parla di mercato dinamico, con un riferimento all'agilità necessaria per muoversi, il tema si allarga dal singolo gruppo a un settore che sta vivendo, da anni, una progressiva ristrutturazione. E che ora vive una nuova fase di incertezza legata anche alle conseguenze dei dazi voluti dal presidente americano Donald Trump.