
Per conto del Ceo della società Gaetano Campolo, il legale ha presentato un esposto per far luce su presunte irregolarità: "Indagano le Procure di Palmi e Bologna"
Si inasprisce la battaglia legale sugli home restaurant. "Finalmente la Procura di Palmi dopo quella di Bologna punta i riflettori sulle Cesarine, una rete spalmata su tutto il territorio italiano che all’insegna del modulo degli Home Restaurants starebbe determinando un inquinamento di tutto il settore della ristorazione e grave turbamento del mercato", comunica Carlo Taormina, che per conto di Gaetano Campolo, Ceo di Home Restaurant Hotel, ha presentato un esposto "per far luce su presunte evasioni fiscali, ricatti e infiltrazioni della criminalità organizzata nella ristorazione casalinga".
"Una forte spinta alle indagini della Magistratura e della Guardia di Finanza proviene dalla preoccupazione che, in realtà questo settore dei falsi Home Restaurants che sistematicamente si approfittano dei vantaggi riconosciuti agli Home Restaurants legali, stia divenendo appannaggio della criminalità organizzata che, potrebbe aver piegato lo spirito di ospitalità a strumento di rifugio, di soccorso e di riunioni di mafia, camorra e ‘ndrangheta, insieme alla realizzazione di pesanti profitti", rileva Taormina.
I magistrati inquirenti, con il contributo della Guardia di Finanza, prosegue, "vogliono sapere ed accertare se effettivamente, secondo quanto emerge pubblicamente, le Cesarine, nei confronti delle quali Gaetano Campolo CEO di Home Restaurant Hotel ha sferrato l’attacco finale, svolgano una attività secondo la legge, cioè basata sulla occasionalità di ospitalità nelle loro abitazioni, sul contenimento dei profitti in 5000 euro annui e sul rispetto delle regole imposte dal Ministero dell’Interno".
L’Autorità Giudiziaria, per come espressamente sollecitato sulla base di precisa documentazione, insiste Taormina, "accerterà se le Cesarine siano al centro di un sistema di speculazione e di ricatto in quanto costrette a pagare una percentuale del prezzo fissato per il pranzo o la cena; se facciano lavoro occasionale o siano dipendenti di una organizzazione che le governa appaltando la frequentazione delle loro case spedendovi persone scelte dalla stessa organizzazione; se le tasse non siano evase e se i controlli polizieschi e sanitari siano osservati".
L’inchiesta "punta ad accertare se le Cesarine, presentando, contrariamente al vero le loro attività come Home Restaurants e quindi con artifizi e raggiri, violino norme fiscali, di sicurezza e relative alla sanità degli alimenti; se abbiano ottenuto finanziamenti per sostenere una attività economica che potrebbe essere fondata sulla illegalità".